"Mentre superava le porte della chirurgia Matteo ci ha fatto il verso del leone, come se volesse infondere coraggio più a noi che a sé. Dopo ho raccolto il suo peluche, un orsetto bianco, mi sono seduto in un angolo della stanza e ho fatto una chiacchierata con Dio: sia fatta la tua volontà, gli ho detto, ma non dimenticare che è solo un bambino": queste sono le parole rilasciate da Leonardo Bonucci, difensore della Juventus, nell'intervista curata da Dario Cresto-Dina, giornalista de "La Repubblica". Parole che riflettono l'umanità di questo giocatore capace di anteporre la propria famiglia al lavoro.

L'interezza umana

Se parliamo di Leonardo Bonucci, siamo abituati a vedere ben altro, o meglio, quello che in campo fa vedere: grande personalità, ruolo di leader difensivo, tecnicamente in grado anche di impostare le manovre d'azione offensiva, occasionalmente capace di attaccare gli spazi sul fronte offensivo e ancora più raramente, ma in maniera determinante, goleador. Una crescita esponenziale su tutti i punti di vista, dal 2010 fino a oggi, che lo ha sempre fatto rispettare da compagni e avversari. In questi ultimi mesi però si è visto un lato sconosciuto, fortemente difeso dal difensore, ma quando è venuto alla luce del sole è stato fulminante: la vicinanza al figlio Matteo che, dopo la rimozione dell'ernia inguinale, è stato sottoposto ad una operazione a causa di una patologia acuta, probabilmente alle spalle;

La forza d'animo dimostrata da Leonardo Bonucci

Tutto questo ha messo il difensore bianconero in una posizione forse di debolezza, forse di inferiorità, ma sicuramente umana, che ha permesso di completare il personaggio di fronte alle telecamere.

Lacrime, singhiozzi, parole strozzate, tutti sintomi fisici che il viterbese non ha potuto nascondere pensando al suo "leoncino". Il calciatore e l'uomo: due personalità difficilmente conciliabili in un mondo difficile, dove i riflettori spesso "oscurano" questa unità, a volte addirittura mascherano una delle due parti per paura, volontà o timore di vedere la propria fallibità.

Eppure sono sfortunatamente momenti di grande difficoltà come questo che mettono in luce chi possiamo vedere, momenti in cui la propria forza mentale viene messa a dura prova: sono aneddoti di vita in cui si rinuncia ad essere perfetti, indistruttibili e si accetta la propria fragilità. Questa fallibilità però deve assolutamente essere accettata, per comprendere al meglio che prima di essere calciatori, a volte bisogna anche essere umani, essere Leonardo Bonucci.