E' durato 1017 giorni il governo di Matteo Renzi. Al di là del risultato del referendum e della sua valenza politica, Matteo Renzi, se non accetterà di guidare un governo che traghetti il Paese verso le prossime elezioni, lascerà un ricordo di dinamicità sconosciuta ai suoi predecessori. Non solo per la rapidità con la quale ha rottamato dirigenti di partito e avversari. Il premier ha dato prova amare la velocità anche a piedi, in bicicletta, in moto e soprattutto in auto.
Per popolarità e azione di governo, Matteo Renzi è stato il premier più "scattante" degli ultimi anni.
Quando venne nominato dal presidente Napolitano gli italiani erano ancora intorpiditi nel ricordo dell'austerità del "governo dei professori", prima con il gelido Mario Monti, poi con il più tiepido Enrico Letta.
Renzi diede una scossa immediata grazie all'energia accumulata nella città del Giglio, dove nasce, cresce e si muove con velocità, ironia e leggerezza. Si capisce al volo che è uno che ha bruciato le tappe, da sveglio "paninaro" capace di sbancare "La ruota della fortuna" di Mike Buongiorno, a sindaco della sua città fino a diventare Primo Ministro a 39 anni. Brucia anche molte calorie, dedicandosi al jogging e partecipando alla maratona di Firenze.
Matteo lo sprinter
Da runner lo abbiamo visto rapidamente trasformarsi in ciclista, altra grande passione sportiva di Matteo.
Non a caso, durante il raid referendario, è andato a ritirare personalmente a una preziosa Colnago di colore viola, che il leggendario titolare, sig. Ernesto, ha amorevolmente costruito sulle sue misure. In realtà la passione di Renzi per la bicicletta è storia di lunga data, visto che da sindaco di Firenze portò i mondiali di ciclismo del 2013, vinti dal portoghese Rui Costa con Nibali penalizzato da una caduta sotto la pioggia battente.
Tuttavia è indubbio che il rapporto tra il siciliano e Renzi è segnato dalla malasorte. Infatti Nibali cade nuovamente quest'anno, ma ben più rovinosamente, sotto gli occhi di Renzi alle Olimpiadi di Rio. Vincenzo comunque dimostra di non essere scaramantico, visto che ha accettato il passaggio sull'aereo presidenziale offerto da Renzi in cambio di qualche consiglio e tabella d'allenamento.
Certo, Renzi non ha un fisico da scalatore come Nibali, ma probabilmente con un po' di allenamento potrebbe essere un decente passista, sicuramente uno scaltro sprinter capace di vincere in volata.
Matteo il pilota
L'aereo presidenziale è stato un suo pallino, che ha pagato con un po' di impopolarità e pettegolezzi di provincia sui costi e metodi di gestione. Ma è acqua passata.
Matteo è uno che pensa in grande, uno statista coraggioso e con un rapporto di stima ricambiata, caso unico tra i dirigenti PD, con Sergio Marchionne. L'italo-canadese lo invita al lancio di ogni nuovo modello, quasi fosse il brand ambassador di Mirafiori. Infatti in meno di tre anni Renzi ha presenziato alla presentazione di tutti i modelli Fiat, Alfa Romeo, Maserati, Jeep e, naturalmente Ferrari.
La Lamborghini, storica nemica della cavallino, soprattutto nel ricco mercato delle supercar, non è voluta esser da meno e ha messo in mano del presidente una Huracan Spyder, bolide da oltre 500 cavalli, che il primo ministro ha guidato con disinvoltura sulla via Emilia. Rimanendo in zona, sarebbe stato interessante vederlo anche alle prese con una Ducati, azienda che ha visitano negli ultimi giorni del road-show referendario, ma evidentemente in difficoltà e reperire l'abbigliamento tecnico e i tempi ristretti hanno cancellato dal protocollo istituzionale questa opportunità.
E ora?
Sicuramente non smetterà di correre. La domanda è se continuerà a farlo per riconquistare il potere, oppure si prenderà una pausa per dedicarsi alle sue passioni.
Impossibile avere il tempo per guidare, pedalare o fare jogging quando sei il premier di un Paese in recessione da 10 anni, con mille emergenze e una quantità infinita di problemi irrisolti. Certo non si è risparmiato e ha sempre corso fino all'ultimo.