Pensi a Marco Storari e ti viene in mente una maglia numero trenta indossata da un uomo che difende due pali, ma poi ti strofini gli occhi, fai memoria e ti balza in mente che Marco Storari non è una maglia numero 30, Storari è un guerriero mai domo.

Ha davvero dell’incredibile quello che è successo all’ex portiere rossoblù, un destino beffardo, atroce e totalmente immeritato che ha colpito l’ex bianconero costretto o meglio cacciato via dal Cagliari senza una spiegazione alcuna. O forse si? L’unica motivazione è che militare nella Juventus ti segna, segna annate di successo, lavoro e sacrificio e quando vinci sei di tutti, ma quando perdi non sei più di nessuno e ti ritrovi completamente solo.

Iniziano le incomprensioni

Marco Storari è la storia di un uomo che ha lasciato la Juventus per sposare un progetto, che doveva essere di vita, scendendo in Serie B col Cagliari, per rilanciarsi e rilanciare un’intera città e un intero popolo con una tradizione e storia importante. Il numero 30 non ha badato ai soldi, non ha badato al suo passato, ha pensato solo ad i colori e col suo senso di appartenenza ha lottato con tutta la forza che l’ha sempre contraddistinto, scendendo in campo con i compagni e riportando, partita dopo partita, il Cagliari in Serie A, la Sardegna in Serie A.

Tutti lo amano, tutti lo idolatrano, ma poi arriva l’infortunio di Dessena, quella fascia che sa di patata bollente che va a stringersi intorno al suo braccio e lì tutto crolla, tutto brucia.

Un vero professionista, una persona umile, un vero riconoscente ringrazia la squadra del suo passato, ma in città funziona così, non puoi ringraziare in bianconero e allora ecco che diventi un indegno, un ingrato e non puoi essere più il capitano. Si proprio così, alcuni a gran voce chiedono la rimozione della fascia al suo braccio ed ecco magicamente che il portierone, il capitano diventa non uno qualunque, ma il peggiore, colui che non merita la maglia, con tanto di contestazione e volantino itinerante a classificarlo come un presunto ricercato.

E così finisce l'avventura

Colui che ha portato Padoin, Isla, Borriello al Cagliari, diventa il problema della squadra, gol, sconfitte, prestazioni negative sono tutte responsabilità addossate a Storari che da vero leone, non soccombe, ma continua a lottare. E come un vero leone, noi amanti dello sport, tuoi tifosi vogliamo ricordarti.

Una persona seria, umile, buona, che non ha badato all’utile, ma si è messo in gioco e ha regalato grandi soddisfazioni ad una realtà calcistica seppur piccola, ma importante per noi sardi.

Al di là della fede che contraddistingue ognuno di noi, il silenzio sulla tua situazione, non può e non deve perdurare così a lungo, quindi grazie per ciò che sei, grazie per ciò che hai fatto. Le tue parole “Il Cagliari mi ha mandato via", sono un colpo al cuore, ma ricorda che nel cuore di alcuni ci sarai sempre. Grazie per l’estrema disponibilità, per esserti difeso, per aver lottato, per essere la persona che sei. La vita si sa è strana, certi amori fanno giri immensi e poi ritornano, ma una caduta non deve impedire un rialzarsi in piedi, quindi rialzati guerriero, nella speranza di rincontrarti presto, magari in un futuro in rossoblù da allenatore.