Ieri, 6 gennaio, si è consumato l'ennesimo scontro via social tra il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, e lo scrittore Roberto Saviano.

Il primo cittadino attraverso un lungo post pubblicato sulla sua pagina Facebook ha attaccato duramente lo scrittore di Gomorra, accusandolo di parlare solamente della città quando accade un fatto di cronaca nera e di non accorgersi di quanto la città sia migliorata in questi ultimi anni. Sostanzialmente l'ex magistrato ha invitato Roberto a ritornare a vivere a Napoli per verificare di persona quanto reale sia il cambiamento, ma soprattutto quando sia contagiosa e vitale la voglia di cambiare dei napoletani.

La seconda parte del post è quella più dura, in quanto De Magistris ha messo in dubbio la buona fede dello scrittore. In realtà, non è per spirito di denuncia che si muoverebbe il suo agire, ma per alimentare il suo profitto economico: più non c'è speranza per Napoli, più accadono fatti di cronaca nera, più Saviano guadagna con i suoi libri e più il suo verbo acquista autorevolezza.

La risposta di Saviano

Non è tardata ad arrivare la risposta di roberto saviano sempre attraverso un lungo post su Facebook.

Lo scrittore accusa De Magistris di non voler guardare la realtà per quella che è. Napoli non è per niente cambiata e trova poco responsabili le critiche che gli ha rivolto.

Insomma, se il 4 gennaio in pieno centro è stata ferita una ragazzina di dieci anni non è certo colpa dello scrittore Saviano che si è limitato semplicemente a denunciare l'accaduto via social e attraverso un articolo.

Dunque, l'autore ribadisce il punto di vista di sempre, ovvero, è ingiusto criticare chi ha il coraggio di raccontare il marcio, mentre il sindaco non parla mai di camorra. E conclude: '... a pugnalarla saranno i tanti lacchè di cui si circonda per edulcorare la realtà'.

Insomma, respinge al mittente l'invito di ritornare a vivere a Napoli.

Napoli non è solo camorra

Leggendo attentamente i due post appare evidente che il punto di vista di De Magistris è più solido, mentre le parole di Saviano sembrano una canzona ascoltata già mille volte. Nelle parole del sindaco c'è la consapevolezza di chi si sveglia ogni mattina con la voglia di poter fare qualcosa per cambiare.

Mentre nel post di Saviano manca la speranza e in filigrana emergenza soltanto una sentenza di condanna: Napoli non può cambiare.

Dai commenti che sempre più spesso compaiono sui post dello scrittore, si evince una feroce avversione dei napoletani nei suoi confronti. Un'avversione razionalmente ingiustificabile, ma umanamente comprensibile. Forse, le persone che si svegliano ogni giorno e fanno la loro vita onesta sono stanche di vedersi rappresentate come criminali. Insomma, come direbbe un grande poeta, scomparso due anni fa, 'Napule è mille culure'. La gente di Napoli è stanca di vedersi dipinta soltanto con tre: rosso, nero e bianco. Il rosso del sangue, il nero della morte, il bianco della droga.

Dunque, citando una bellissima raccolta di storie dello stesso Saviano, La bellezza e l'inferno, i napoletani proverebbero maggior empatia per l'autore, se questi ogni tanto troverebbe il tempo per soffermarsi a raccontare oltre la camorra, la bellezza di Napoli.