Tante, forse troppe volte in questi anni, abbiamo inconsciamente associato alla crisi economica che ci sta travolgendo senza alcuna pietà, anche le parole crisi dell'uomo. La difficile congiuntura economica, infatti, sta mettendo a nudo un sistema che pretendeva la perfezione anche dal punto di vista umano. Tutto è regolato dal benessere economico raggiunto da una persona, che dunque può essere considerata come tale in base al livello di vita tenuto costantemente. Eppure la ruota gira sempre, e non ci possiamo fare niente.
Lo dimostra il personaggio protagonista dell'ultimo romanzo di Tommy Wieringa, dal titolo "Una moglie giovane e bella" (edizioni Iperborea, 2016)
Il protagonista della crisi
Edward Landauer - questo il suo nome - è un professore universitario e infettivologo di successo, tra i primi in Europa ad occuparsi dell'AIDS, che ha dunque raggiunto un benessere economico di proporzioni inimmaginabili per qualunque giovane ricercatore. È un amante della bella vita, predilige la prestanza fisica all'anima, gli piacciono le belle donne, ed è convinto che la giovinezza non abbia una fine. Tutto ciò, fino a quando non conosce proprio una bella donna: Ruth.
L'inizio della crisi: il matrimonio di Edward con Ruth
Wieringa ci accompagna in questo romanzo a partire da un momento preciso: Edward e Ruth sono già sposati da tempo, e sono a cena a casa di una coppia di amici. Questi ultimi chiedono a loro come, in realtà, si siano conosciuti, e la narrazione prende la piega di un lungo flashback: dal primo incontro in un bar di Amsterdam - in cui il protagonista è visibilmente ubriaco - all'invito, una settimana dopo, ad una gita in barca, fino al loro primo contatto intimo, in cui Edward si compiace di avere fatto, a suo parere, una grande conquista.
Nonostante la grande differenza d'età - lui ha 47 anni, mentre lei ne ha 25 - c'è ancora energia da vendere e giovinezza nel suo corpo. Dopo un po' di tempo i due si sposano, ma mentre per lei - forse - si trattava di un amore vero, per lui rappresenta il raggiungimento di uno status symbol, ovvero la voglia di riaffermare la propria giovinezza.
Infatti l'aver sposato una donna con cui ha oltre vent'anni di differenza, gli fa pensare di aver fatto una grande conquista: aver vinto sul tempo che passa.
Vittoria apparente, presa di coscienza di sé e acuirsi della crisi
Questa vittoria, in realtà, sarà solamente apparenza: nel dialogo con il suocero, quest'ultimo farà capire a Edward che, in realtà, il matrimonio non serve a rendere una persona ancora più giovane rispetto a quello che realmente è. Lui sta invecchiando, come tutti gli uomini del mondo, e non potrà fare niente per contrastare l'inesorabile avanzata del tempo, che è dimostrata dalla comparsa delle prime rughe sul volto del protagonista. In più, lo stesso Edward si accorge che il matrimonio ha fatto invecchiare anche Ruth, nonostante non abbia neanche trent'anni.
Oltre a questo, il protagonista prende coscienza di altre due cose: lei è vegetariana e odia il lavoro di lui, che nel frattempo scopre anche di poter perdere una cosa fondamentale: la fertilità.
Soluzione alla crisi: l'amante
Nonostante questo i due riescono ad avere un figlio. Tuttavia l'arrivo di un bambino - e del cognato con relativa prole a carico - in casa, non facilita la situazione: Edward si rende definitivamente conto che il "modus vivendi" da lui idealizzato non è altro che una pura finzione, e che sta inesorabilmente avviandosi verso il declino. Urge una soluzione: trovare un'amante, sempre giovane. La trova in Marjolein Van Ullen, una sua collaboratrice, con cui si concederà delle scappatelle.
Fase finale della crisi
Arriviamo, infine, ad un punto in cui tutto quanto si disgrega in maniera automatica: pur non sapendo dei tradimenti, Ruth intima ad Edward di andare via di casa. Lui se ne va, ricordandosi di quando, da ragazzo, amava gli animali, e non era l'arrivista che è diventato.