Un ritorno in grande stile quello dell'ex premier, che, a seguito della vittoria plebiscitaria delle recenti primarie, ritorna ufficialmente al comando del partito. Polemiche e lamentazioni a parte, Renzi può ripartire da qui per tornare anche alla guida del Paese.

Matteo Renzi torna in sella

Domenica 7 maggio 2017, una giornata particolare, con l'assemblea nazionale del Pd e Renzi che viene proclamato ufficialmente segretario.

Mentre in Francia i cugini d'oltralpe sono impegnati nel ballottaggio che di certo è da ritenersi importante in tutta Europa e in primis in Italia, nel nostro Belpaese si celebra, quindi, la ripartenza di un partito che, in diversi, avevano dato per spacciato, o almeno in crisi.

Invece, tutt'altro. La massiccia adesione alle primarie di domenica scorsa e la forte dedizione dimostrata dall'esercito di volontari coinvolti è l'evidente prova che il partito c'è ed è ancora in buona salute, nonostante le varie emorragie interne e le critiche esterne.

Certo, la legge sulla legittima difesa, di cui si è tanto parlato in questi giorni, ha ulteriormente agevolato polemiche, peraltro mai sopite, dentro e fuori dal partito. Ma anche in questo caso Matteo Renzi è stato lungimirante e ha evidenziato la necessità di non poche modifiche.

Di Politica, di quella seria e vera, in questi giorni ha parlato anche il Papa, richiamando, con velati riferimenti alle elezioni francesi, una politica basata sul senso di servizio, fatta di serietà e concretezza, di risoluzione di problemi, di pochi scontri.

Papa Francesco, peraltro, ha anche criticato, stavolta, meno velatamente, una politica estera (quella di Trump) fatta di bombe, 'madri' o meno che siano. In quest'ambito Matteo Renzi, da buon cattolico, sa bene come deve essere l'impegno in politica e segue con passione e interesse le indicazioni che vengono da Oltretevere.

Ma torniamo direttamente a parlare del partito.

Le questioni interne non si risolveranno di certo 'incoronando' Renzi segretario del PD, ma gli spetta, comunque, il merito di essere stato in grado di superare una fase difficile e alquanto problematica della vita sociale e politica del nostro Paese, ancor prima che del partito.

In tale situazione ha dovuto fronteggiare non poche 'teste calde' dentro e fuori il PD che non solo non gli han fatto sconti ma hanno cercato addirittura di farlo fuori, in nome di logiche non di rado poco corrette e collegate a interessi di basso livello. Ai posteri, ora, l'ardua sentenza ma siamo comunque fiduciosi in un futuro quanto meno interessante...