Il rogo della palazzina di Londra ha raggiunto quota 79 morti ed è una delle tragedie più tristi degli ultimi anni. La risonanza mediatica in Italia è dovuta anche alla presenza di Marco Trevisan e Gloria Gottardi fra le vittime. I due giovani, inquilini del 23esimo piano, erano entrambi architetti e si erano trasferiti dal Veneto a Londra per l'impossibilità di trovare lavoro in Italia.

Mentre si consuma il dolore delle famiglie, l'opinione pubblica, fra cui spicca Matteo Salvini, punta il dito contro l'Italia, incapace di trattenere i suoi giovani.

Salvini si scaglia contro uno Stato che 'fa fuggire i propri figli'

Con un post pubblicato alle 13 in punto del 16 giugno, il segretario della Lega Nord ha espresso il proprio cordoglio alle vittime, ma non ha mancato di accusare lo Stato per una tragedia che, seguendo il ragionamento del politico, si sarebbe potuta evitare con un'Italia in grado di garantire un futuro professionale più roseo.

L'ultima frase del post è perentoria: "Un'Italia seria non fa fuggire i propri figli".

Non è raro che Salvini si scagli contro lo Stato, ma solitamente le motivazioni sono discutibili soltanto dal punto di vista etico e sono da classificare come opinioni di natura ideologicamente caratterizzata. In questo caso, invece, Salvini commette una fallacia logica, facendosi portavoce di un'opinione che pecca razionalmente nell'interpretare la realtà dei fatti. L'implicazione logica che lega la consequenzialità dell'emigrazione delle vittime alla loro morte è superficiale e criticabile sotto diversi punti di vista.

L'errato sillogismo del leader del Carroccio

Prima di tutto, non si tiene conto che la morte dei ragazzi è puramente contingente e non necessariamente legata al fatto di abitare a Londra; sarebbe diverso se la capitale inglese fosse l'unica meta possibile in grado di ospitare i due ragazzi e se, data questa premessa, le palazzine della città fossero solite prendere fuoco.

Escluse queste possibilità per la loro natura evidentemente assurda, è già impossibile condividere razionalmente il pensiero di Salvini: migliaia di italiani sono costretti ad emigrare ogni anno, eppure nessuno di loro va incontro a morte violenta a causa del fatto stesso di essere immigrati.

In secondo luogo, l'opinione di Salvini può essere smontata come si demolisce ogni implicazione logica che unisce due elementi non direttamente collegati fra di loro.

Il fondamento logico del ragionamento è che un elemento antecedente al rogo di quella palazzina è ritenuto causa della morte dei due ragazzi. Ciò dato, ogni evento anteriore all'incendio può aver causato la scomparsa delle due vittime italiane: procedendo a ritroso, si può affermare paradossalmente che è stata la nascita dei due ragazzi a causare la loro morte.

La speranza è che chi intende formarsi un'opinione in merito alla vicenda, faccia uso del suo senso critico per evitare di cadere in questa trappola. Purtroppo è vero, troppi italiani sono costretti ad emigrare a causa delle situazioni precarie del nostro mercato del lavoro; è però necessario ragionare lucidamente e separare questa drammatica vicenda dalle condizioni del nostro Paese. Ci sarà poi tempo e modo di individuare i colpevoli di entrambi gli eventi.