Un ennesimo scandalo quello che sta investendo il sistema di ricostruzione post Terremoto in questi giorni. La solidarietà e la generosità degli italiani, ancora una volta viene tradita da coloro che dovrebbero salvaguardare il popolo e le sue istituzioni.
Questa volta la denuncia è del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi.
Già il primo agosto di quest’ anno, si sollevavano delle perplessità sulla destinazione dei soldi raccolti dai numeri telefonici solidali. Si evidenziava come il post terremoto de L’ Aquila, 2009, ancora oggi è fermo a quel 6 aprile.
Allora furono raccolti, con il solo numero solidale, circa cinque milioni di euro. Una cifra considerevole. Ma le macerie del capoluogo abruzzese giacciono inermi nel suo centro storico! Però si accusa ancora oggi Berlusconi e Bertolaso per aver dato agli aquilani delle case provvisorie in sei mesi.
Le case, seppur provvisorie, furono costruite in tempi record, e furono dotate di un contratto di manutenzione che non è mai stato usato. Il sindaco di allora, della città abruzzese, del PD, non ha mai richiesto la manutenzione di quegli stabili.
Per questo ancora oggi si parla dello scandalo case de L’ Aquila.
Come è noto a tutti, il 24 agosto del 2016, il centro Italia ha tremato di nuovo. Anche questa volta è stato il centro Italia a subire i maggiori danni.
La distruzione di amatrice e di altri centri limitrofi è una ferita aperta nel fianco di ogni italiano.
Ed anche qui si è scatenata la corsa alla sacrosanta solidarietà. Questa volta gli italiani sono stati un tantino più generosi. Hanno donato tramite gli sms solidali qualcosa come 33 milioni di euro! Questa volta il centralino unico per la raccolta delle offerte, faceva capo alla Protezione Civile.
A capo dell’ente che gestisce le calamità questa volta non c’ è quel Guido Bertolaso che la guidava durante il terremoto de L’ Aquila. Se i cinque milioni che erano stati raccolti per l’Abruzzo erano finiti nelle casse delle banche, quelli raccolti per Amatrice e dintorni, dove sono? Se la denuncia è fatta dal sindaco di Amatrice, che lamenta di non aver visto nemmeno un centesimo di quei soldi, qualcosa di vero c’è!
I terremotati di Amatrice si accingono a trascorrere un altro inverno al freddo e lontano dalle loro case. Questo nonostante le continue promesse di vicinanza da parte delle istituzioni. Delle 3800 casette ordinate per far fronte alla emergenza, solo 500 o poco più sono state consegnate. Ma non basta! Se a qualcuno viene in mente di fare da sé, viene sfrattato e multato. Come successo alla signora 95enne di San Martino di Fiastra!
La Protezione Civile ripete che i soldi non sono spariti. E noi vogliamo credergli. Ma allora dove sono? Perché non vengono impiegati per ridare dignità a quelle persone a cui erano stati destinati quei fondi? E, si vuole aggiungere, quei soldi, sono frutto della solidarietà degli italiani, dimostrata a quelle persone che hanno perso tutto nel sisma!
Se la regione Marche ha intenzione di costruire una pista ciclabile, usi i suoi soldi o quelli del governo, non quelli che gli italiani hanno destinato alle vittime del terremoto!