Al suo primo approdo nella capitale vestiva ancora la maglia da giocatore, era il 1999, e Simone Inzaghi non avrebbe mai immaginato, nato e cresciuto a Piacenza com'era, che il suo futuro sarebbe di lì in poi rimasto indissolubilmente legato alle sorti della squadra biancoazzurra della capitale. Volto umile, sempre serio, giocatore all'ombra del fratello Filippo, Simone lascia il calcio nel 2010, e lo fa in silenzio, quasi senza dirlo a nessuno. Sempre nell'ombra e in silenzio, è nel 2010 che un altro calciatore, calca i primi campi da professionista, iniziando la sua carriera: Ciro Immobile.

Due nomi, due storie diverse, due carriere diverse, ma che il destino porta a unirsi nel 2016, simultaneamente, richiamati da un Lotito in cerca di riparo dopo l'addio di Pioli e la caotica estate all'insegna di un Bielsa mancato. Simone si siede, è il suo debutto sulla panchina "dei grandi", Ciro freme: ha bisogno di ritrovarsi in un ambiente nuovo, italiano, dopo le esperienze fallimentari di Dortmund e Siviglia.

Da lì poco importa che succede, Inzaghi vince e Ciro segna. I derby, la finale di coppa Italia e un quinto posto che permette la riconferma di Inzaghi e il ritorno nel calcio che conta di Immobile, che chiude la prima stagione con 26 goal fatti.

Poi si riaprono le danze, e la lazio si fa trovare subito pronta: il 2 a 1 in finale di Supercoppa Italiana di quest'anno lancia subito un messaggio chiaro ai pretendenti allo scudetto: "la Lazio c'è".

Di qui in poi è storia: 19 punti in 8 partite, 21 goal fatti di cui 9 di Immobile, che si piazza primo in classifica marcatori. Lazio rullo compressore: dopo un inizio incerto contro la Spal, non si ferma davanti a nessuno, nonostante subisca un importante battuta d'arresto con il Napoli. Poi il 6 a 1 al Sassuolo che fa da antipasto per la vittoria più succulenta, ancora firmata Immobile, ancora contro la Juventus, ma allo Stadium questa volta.

E' una Lazio che sboccia in un ottobre calcisticamente ordinato, una Lazio che prende il volo, ed è inutile negare che il primo fautore di tutto ciò è un Inzaghi, in grado di gestire dei giocatori e una piazza difficile, di preparare partite impeccabili dal punto di vista tattico; ma siamo anche sicuri di poter affermare che a trascinare la squadra sono i goal di Immobile, oltre che le ottime prestazioni dei soliti Luis Alberto, Milinkovic Savic e l'insuperabile De vrij e dell'intero seguito.

Insomma, che il segreto della Lazio di Inzaghi sia Inzaghi stesso e un Immobile infermabile? Sarà, ma certamente il campionato è appena iniziato, è presto per cantar vittoria, anche se si dice che il buongiorno si vede dal mattino...