I due principali sconfitti delle ultime elezioni politiche del 4/03/2018, hanno abbandonato il progetto delle 'larghe intese', studiato con molta cura, e tenuto nel cassetto, in attesa di un Governo PD-FI. I risultati delle urne hanno capovolto i numeri, rendendo impossibile riconsiderare il progetto stesso, e la sua attuazione. Il quadro politico, risultante dalle stesse elezioni, si configura in tre principali aggregazioni, nessuna delle quali in grado di offrire una possibilità di Governo autosufficiente. Entrambe le formazioni risultate vincitrici della competizione elettorale, il centrodestra con circa il 37% ed il primo partito italiano M5S con circa il 32%, non riescono ad esprimere, entrambe, separatamente, un Governo in grado di governare.

Scelte coraggiose

Le vicende interne, poi, nel PD rendono più complicato il dialogo tra i partiti, e ritardano soluzioni possibili. Carlo Calenda, nuovo protagonista nella formazione PD, ritiene possibile un Governo di transizione che traghetti il paese dalla palude: difficile quindi pronosticare soluzioni. Il rischio di nuove elezioni, in caso di mancato accordo tra i partiti, è sempre più probabile. Tra le varie soluzioni di accordo, non si può scartare quella fra il M5S ed il PD. E' un atto di coraggio per entrambe le forze, che potrebbe dar luogo a due risultati: il primo, immediato, è quello di dare un Governo all'Italia, ed il secondo, non meno importante del precedente, è quello invece di recuperare una forza democratica, che negli ultimi anni è uscita dal solco della tradizione di Sinistra.

Sarebbe un accordo politico ad esclusivo beneficio del PD. E' questa la nostra opinione.

Primi interventi di un futuro Governo

Per quanto riguarda le possibili riforme da attuare, le stesse vanno rimodulate con le reali possibilità del nostro paese. Sbaglia chi pensa che si possa risolvere tutto, anche con tutta la buona volontà.

Si possono e si devono, invece, correggere le anomalie sulla corruzione, sulla evasione fiscale, sulla eliminazione delle spese inutili, sulla burocrazia, e alla fine indirizzare i risultati sullo sviluppo. Una strategia mirata a raggiungere concreti risultati. Uno dei primi risultati da realizzare è comunque 'il lavoro', e riduzione delle tasse relative.

Non meno importante è l'aiuto per finanziamenti alle piccole imprese, e la tutele dei diritti dei lavoratori. Poi, si può chiedere tutto quello che si vuole, ma se vogliamo veramente il bene della cosa pubblica, bisogna limitarsi a poche cose fatte bene.