Si muovono di notte come pipistrelli, appena nasce il giorno compaiono le opere, puntuali nella sostituzione delle parole per efficacia di impressioni. Sono gli street artist e questa volta fa capolino a Roma la rivisitazione de "I Bari" di Caravaggio, proprio di fronte al Quirinale, firmata da un certo Sirante.

Come in tutte le gallerie che si rispettino, o musei ospitanti grandi opere d'autore, dove è possibile ascoltare l'audio guida che spiega il significato dei quadri, Sirante lascia appeso un messaggio: "2018. Stampa grafica su carta - Sirante prende spunto da un celebre quadro del suo maestro.

Il quadro rappresenta una truffa. Un anziano ingenuo sta giocando a carte con un suo oppositore il quale in complotto con un suo avversario trucca il gioco della politica".

I tre da osteria

Berlusconi, Salvini e Di Maio, come fossero all'osteria, indossano costumi d'epoca e giocano a carte: la scena fa riflettere per l'impostazione teatrale, per il suo interno, soprattutto per quell'atmosfera caravaggesca dove i chiaroscuri e i tagli di luce conducono all'introspezione. Critica acuta che rimprovera, probabilmente, l'attuale momento politico.

L'immagine è stata rimossa con tanto di cornice: definita dal Comune indecorosa, pericolosa la sua installazione di fronte al Quirinale proprio mentre il Presidente Mattarella lavora alle consultazioni; i Carabinieri hanno inviato un avviso in Procura e tutti i distretti sono stati allertati, forse un eccesso di allarmismo, criticato infatti dalla cittadinanza.

Street art, fenomeno in espansione

Se la musica promuove i rapper, il parallelo nelle arti figurative è la street art: da New York con il misterioso Bansky fino alle grandi metropoli, il fenomeno è in forte espansione. Murales, vagoni di treni merci, containers, periferie in degrado dove i disegni e le note di colore riescono ad attirare l'attenzione dei visitatori per i loro messaggi.

Gli anonimi autori spesso realizzano idee geniali, interagiscono con i contesti urbani e suburbani, spaziano dalla ritrattistica alla gigantografia, passando per l'immagine critica che punta alla riflessione.

Bisognerebbe assegnare loro - come avviene già a New York ed in molte capitali - spazi pubblici in centro città, dove concedere la libera espressione di quest'Arte non nuovissima.

Ricordiamoci dei popolari murales messicani di Rivera, Orozco e Siqueros. Sarebbe opportuno lasciare le opere in vista - per un po' di tempo - per tutti coloro che quotidianamente visitano la galleria più democratica che esista: la strada.