Ha puntato la pistola alla testa della sua insegnante, direttamente in aula. Protagonista un giovane di 16 anni, nella periferia di Parigi, presso l'istituto Edouard-Branly di Créteil, nella banlieue sud-est. Il giovane aveva già saltato la lezione lo stesso giorno. Arrivato in ritardo, ha pensato bene di giustificarsi in questo modo. L'insegnante infatti voleva registrare una sua assenza non giustificata ma è stata indotta, evidentemente, a cambiare subito la sua decisione. Il giovane infatti, all'intenzione della professoressa, ha estratto la pistola, poi rivelatasi ad aria compressa, e l'ha puntata alla testa dell'insegnante, gridando: "Segnami presente e non assente!".

L'episodio è stato ripreso, presumibilmente, da un compagno di classe del giovane. Sullo sfondo si sentono risatine e sghignazzamenti che mostrano la sostanziale compiacenza dei suoi compagni verso il gesto del 16enne. Il video, diventato virale nel giro di poche ore, ha suscitato molto clamore ed una bufera dal punto di vista politico.

Le reazioni politiche

Il presidente Emmanuel Macron ha ritenuto l'episodio inaccettabile, condannandolo in modo netto. La violenza però appare in continuo aumento nelle periferie d Parigi, dove è facile venire a contatto con diversità culturali importanti. Il caso della Edouard-Branly di Créteil dunque non sarebbe unico né isolato. Si tratta soltanto di un episodio, seppure eclatante, della crescente situazione di disagio vissuta all'interno delle istituzioni scolastiche, da parte sia degli alunni che dei docenti.

Disagio dovuto al confronto e dallo scontro tra culture molto diverse tra loro e dalle posizioni estreme, che in molti casi compromettono lo svolgimento regolare delle lezioni.

La ricerca di Charlie-Hebdo

Ad affermarlo è anche una ricerca, condotta dal settimanale satirico Charlie-Hebdo, che ha intervistato alcuni insegnanti.

Emerge che spesso i docenti non affrontano volutamente alcune tematiche come il sesso, la storia e la religione, per non incappare in giudizi da parte di allievi o genitori, ma che provengono anche dalle gerarchie interne degli istituti. Tale approccio dunque comprometterebbe in modo irreparabile la didattica, sempre più ostacolata da opinioni politiche e culturali divergenti ed estreme. Le tensioni sembrano attraversare, oltre alla Scuola, anche la società civile. Le cronache parlano infatti di scontri che avvengono con cadenza quasi regolare all'interno delle banlieue parigine.