Il provvedimento di assegnare la scorta alla senatrice Liliana Segre, internata da bambina nei campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau, dimostra il punto di non ritorno a cui è giunto il nostro Paese. La senatrice a vita, che ha vissuto l’odio antisemita sulla propria pelle - letteralmente, dato che riporta ancora il numero di matricola di Auschwitz - ha proposto un disegno di legge in cui auspica la creazione di una commissione bicamerale incaricata di indagare sui casi di odio razziale e intolleranza. Un provvedimento di cui ci sarebbe molto bisogno.

Lo conferma l’ira sui social di alcuni utenti, uno dei quali pare essersi molto divertito postando su Facebook un fotomontaggio in cui la Segre figura dentro il forno di casa. Tuttavia, come testimonia l’Osservatorio Antisemitismo, questo fenomeno non è affatto isolato: si può citare il caso di Gad Lerner, anch’egli più volte bersaglio dell’ira dei membri di Forza Nuova, e nemmeno ‘patron Facebook’ Mark Zuckerberg viene risparmiato. Perché come negli anni Trenta è sufficiente essere ebrei per essere attaccati.

No, non sono goliardate

Il quadro che si sta delineando è sempre più chiaro. Questi fenomeni di antisemitismo, congiunti all’ondata xenofoba che ha pervaso il Paese, non possono più essere trattati come casi isolati: essi sono il concretizzarsi dell’ideale fascista di superiorità della razza.

Dietro a questi gesti infatti la matrice politica è spesso evidente. Un altro episodio di razzismo è accaduto la scorsa settimana, nel corso della partita di calcio di Serie A Hellas Verona-Brescia, in cui l’attaccante bresciano Mario Balotelli è stato oggetto di scherno da parte dei veronesi e ha minacciato di lasciare il campo.

I ‘buu’ razzisti e il sempre presente verso della scimmia non sono certo una novità per la curva scaligera, tifoseria saldamente legata a gruppi di estrema destra. D’altronde è la stessa tifoseria che intona il coro “siamo una squadra fantastica/ fatta a forma di svastica/ ma che bello è/ allena Rudolph Hess” (il vice di Hitler, ndr).

Come non menzionare poi la sfilata con braccia tese da parte degli ultras laziali lungo le vie di Glasgow, prima della sfida di Europa League contro il Celtic. L’estrema destra e gli ultrà della Lazio sono uno storico connubio, che ha portato in passato all’esposizione di ingloriosi striscioni antisemiti in diverse occasioni - “Auschwitz la vostra patria/ i forni le vostre case”, per citarne uno soltanto.

La Destra, sempre più a destra

In tutto ciò la destra tenta goffamente di nascondersi: al disegno di legge proposto dalla Segre ad esempio l’alleanza di destra (con la Lega di Salvini in primis) ha preferito astenersi. Non ci si sarebbe potuti aspettare una reazione diversa da un uomo come Matteo Salvini, che fa dell’odio e della paura il proprio veicolo principale di propaganda.

In modo particolare l’istigazione al razzismo via social è il leit-motiv della storia recente del partito del "capitano", abilissimo a sfruttare la paura del diverso che è riuscito ad instillare, nel tempo, nelle menti dei cittadini meno propensi ad inquadrare i fenomeni migratori attuali in un quadro più ampio.

L’elettorato della destra ragiona con la pancia, l’unica immagine che concepisce dello straniero è quella del criminale che ruba e danneggia la sua casa. Non c’è speranza di cambiare questa visione, fintanto che i personaggi di spicco della realtà italiana continueranno a proporre quest’unica idea del diverso ed a minimizzare episodi di violenza razziale (di ogni tipo: fisica, verbale, web).

Perché va detto: se alla destra va bene tacere di fronte agli insulti antisemiti alla Segre, se per la destra i "buu" ai calciatori di colore sono considerati “goliardate”, se richiamare il nazifascismo non è un gesto da condannare, allora la destra è estrema destra. Chi non condanna il fascismo lo appoggia. Perciò non chiamate questi episodi con altri nomi: tutto ciò è soltanto fascismo.