La curva epidemiologica italiana sale con un escalation a dir poco impietosa e il Governo vara nuove restrizioni che causano malcontento e proteste varie su tutto il territorio nazionale. Nel frattempo, lo "scenario 4" è sempre più un'ipotesi concreta, sulla falsa riga di Francia e Germania.

Caos nazionale

E' un'Italia martoriata, quella che si appresta ad affrontare la seconda ondata di Coronavirus, entrata ormai già nel vivo in tutta Europa.

All'indomani del nuovo dpcm del 26 ottobre, che prevede dure restrizioni soprattutto a livello di attività di ristorazione, sono seguite proteste, non sempre pacifiche, nelle maggiori piazze italiane, a gettare ancor più nello sconforto un Paese già profondamente ferito, riscopertosi terribilmente vulnerabile dalla seconda ondata Covid.

Lo "scenario 4"

Come se non bastasse, con la curva epidemiologica che continua incessantemente a crescere, vi è quasi la sensazione che tali misure restrittive siano già passate ed obsolete, e si vociferano già nuove pesanti limitazioni anche a livello territoriale.

Le sensazioni, stando alle ultime indiscrezioni trapelate, sarebbero quelle di un lockdown soft (scenario 4 dunque, quello più delicato da gestire) sulla base di quello adottato da Francia e Germania nei giorni scorsi, con chiusure generalizzate (ad eccezione delle sole attività essenziali, degli uffici e delle scuole) e forti limitazioni sugli spostamenti territoriali.

Vincitori e vinti in caso di nuovo lockdown

Il primo degli sconfitti in caso di secondo lockdown sarebbe senz'altro il Premier, Giuseppe Conte, più vittima che carnefice dei suoi stessi decreti, in balia di una situazione che, seppur ampiamente prevista, ha trovato l'Esecutivo terribilmente impreparato.

Ne perderebbe Sergio Mattarella, costretto suo malgrado ad assistere a continui teatrini tra maggioranza e opposizione sulle colpe e le responsabilità di quanto sta accadendo, e obbligato sovente ad intervenire per stemperare gli animi e rimettere ordine invocando, spesso invano, una collaborazione e un senso di responsabilità che non sempre si è visto.

Ne perderebbe il Governo tutto, costretto a dover fare i conti con le incessanti richieste e pressioni delle Regioni, tra sceriffi di contea sull'orlo della delegittimazione e personaggi in balia del proprio simbolo di appartenenza.

Altra grande sconfitta, già da adesso, è la scuola, sempre più chiamata in causa come solo contenzioso e nulla più, merce prelibata di scambio tra partiti e votanti, semplice raccatto di un pugno di consensi.

Perdono tutti i cittadini

Insomma, chi ne fa le spese è l'Italia, e gli italiani tutti, che dal canto loro non possono esimersi da tutte le colpe, perché quando qualcosa va male, così male, è sempre e comunque un concorso di colpa.

I continui appelli lanciatici da ogni mezzo possibile suonano discordi con le immagini degli assembramenti sulle spiagge e nei luoghi turistici che fino a un mese e mezzo fa pullulavano di gente ammassata e senza mascherina, come se tutto il dolore visto, e provato, solo 5 o 6 mesi or sono fosse solo frutto dell'immaginazione comune, una realtà distorta che oggi, come allora, ripiomba davanti a tutti, con l'intenzione di accompagnare il paese verso scenari solo peggiori.