Continuano le discussioni all'interno del Partito Democratico in relazione alle modifiche sulla legge elettorale. Il partito guidato da Matteo Renzi non sembra assolutamente compatto, in particolar modo dopo le dimissioni di Gianni Cuperlo, causate proprio dalla mancanza di un accordo comune per quanto riguarda il cosiddetto "Italicum".

Il sindaco di Firenze, al quale dobbiamo sicuramente dare il merito di aver dato una spinta alla soluzione del gravoso problema, si è detto assolutamente disponibile a colloqui e chiarimenti sia all'interno del proprio partito che a proposte da parte di qualsiasi schieramento, partendo proprio dalla stessa Forza Italia.

Ma si trova allo stesso tempo a dover affrontare problemi all'interno di una minoranza del suo schieramento, che ha proposto alcune modifiche al testo sulla nuova legge elettorale che arriverà alla Camera il 29 gennaio 2014. Tali novità propongono: lo stop alle liste bloccate, la richiesta di aumentare il premio di maggioranza (per evitare l'incresciosa situazione in cui il Parlamento si è venuto a trovare dopo le ultime elezioni) e la necessità di diminuire la soglia dell'8% per i partiti e i movimenti esterni agli schieramenti.

Assolutamente contrario alle proposte della nuova legge elettorale il Movimento Cinque Stelle che, con il suo leader Beppe Grillo, afferma che l'idea di Renzi e Berlusconi ha lo scopo di escludere dai giochi il suo movimento.

Critica inoltre al Presidente della Repubblica e al premier Letta che, a suo avviso, non stanno facendo nulla lasciando a Matteo Renzi le decisioni da prendere in relazione alla nuova legge elettorale.