Dopo che i deputati hanno respinto a scrutinio segreto l'emendamento (a prima firma La Russa di Fratelli d'Italia) che intendeva introdurre il voto di preferenza, la Camera ha oggi approvato la riforma della legge elettorale derivante dall'accordo tra PD e Forza Italia. La componente del PD favorevole alle preferenze ha accettato le liste bloccate imposte da Berlusconi nell'ambito del compromesso per la riforma elettorale. È stato approvato (con l'opposizione del M5S) anche l'emendamento che esclude dalla raccolta delle firme i gruppi politici formati in Parlamento.
Il presidente del consiglio Renzi aveva affermato che: "Se qualcuno alla Camera oggi non voterà la legge elettorale, dovrà spiegarlo al Paese". Matteo Renzi, all'assemblea dei deputati del Partito Democratico, aveva anche affermato: "Non c'è da mantenere un patto con Berlusconi, ma un impegno che come partito abbiamo preso profondo, netto, chiaro". Sulla parità di genere ha dichiarato: "Da sindaco, da premier, da presidente della provincia ho sempre rispettato la parità di genere" e ciò avviene, secondo Renzi, attraverso le primarie del PD e di conseguenza non c'è bisogno di introdurre per legge la "parità di genere". In generale ha poi aggiunto: "Sarebbe positivo che si accelerasse la riforma del regolamento della Camera e si limitasse il ricorso al voto segreto".
Il premier ha poi affermato che entro quindici giorni "sarà formalizzato un atto parlamentare su Senato e Titolo V" e che nei prossimi giorni ci sarà una direzione del PD sulla riforma del Titolo V della Costituzione. Sarebbe infatti folle ed incostituzionale una riforma della legge elettorale con un grande premio di maggioranza che valga solo per la Camera in un sistema di bicameralismo perfetto, come ha fatto notare il costituzionalista Michele Ainis. Relativamente allo sbarramento del 37% (non si comprende bene la logica che ha portato ad approvare proprio questa quota) per il premio di maggioranza, la norma è passata con 315 sì e 237 no. Ci sarà un secondo turno nel caso in cui nessuna coalizione arrivi al 37%.