L'ultima settimana di novembre riporta l'attenzione sulla questione elettorale connessa al famigerato astensionismo. Le Regionali di Calabria ed Emilia Romagna mostrano la netta vittoria del Pd, con i candidati M. Oliverio (oltre il 60%), S. Bonaccini (49%) e la scalata della Lega in E.R. dove Alan Fabbri supera il 30% dei consensi. Nelle scorse ore sono apparsi commenti twittanti di Renzi e Salvini su pseudo crolli e trionfi dai quali trasparirebbe una diminuzione del "positivo trend popolare" nei confronti dell'attuale premier. A Catanzaro si è registrato record d'affluenza, ma quel che frastorna è il vertiginoso calo partecipativo nella storica regione Rossa dal 68,1% al 37,7% .
Da diversi anni l'astensionismo si è palesato tra gli elettori e le ragioni indicate hanno sempre coinciso con un sentimento di disaffezione generale nei confronti della politica, sentimento generato dalla conclamata lontananza della stessa politica nei confronti delle svariate realtà italiche.
Proprio per questo il fenomeno Emilia non dovrebbe stupire ma essere incanalato tra i sintomi d'un malessere ampio che svela l'aggravante della "disintermediazione", intesa come distacco da sindacati, cooperative e "corpi intermedi" la cui centralità viene sostituita dal tentativo di costruzione d'un diretto rapporto tra figure leader ed elettori. Gli scontri tra il Premier e Landini (rappresentante della Fiom), la Camusso (CGIL) sembrano incrementare, in chi culturalmente si identifica nelle strutture sindacali, lo spirito disertore come moto respingente.
Aggiungendo a questo lo scandalo dell'uso dei fondi pubblici (deviati dal finanziamento politico) ad opera dei consiglieri regionali, il rigetto dell'elettorato verso i partiti partecipi risulta chiaro come il voto di protesta premiante l'avanzata leghista e "l'anti-Matteo". E' giusto dire che entrambe le regioni sono state chiamate ad un voto anticipato rispetto gli ordinari termini e che dal M5S Marco Affronte parla di una "campagna sottotono" e di un disinteresse generalizzato.
Ma il toto regione evidenzia uno scenario dominato dall'assenza di partecipazione, dalla disillusione manifesta del cittadino verso le strutture statali, scenario che dovrà comportare un'attenta analisi da parte di chi quelle strutture occupa e governa.