Ora è ufficiale: Giorgio Napolitano non è più il Presidente della Repubblica. L'ormai ex Capo dello Stato ha rassegnato le dimissioni proprio pochi minuti fa ed ora diventa Senatore a vita. Ha fatto scalpore l'innocenza della frase pronunciata ieri, in risposta alla domanda di una bambina su cosa avrebbe fatto da oggi: "tornerò a casa e passeggerò", ma ovviamente non sarà così. Sicuramente Napolitano resterà in posizione più defilata visto che lascerà la Presidenza della Repubblica, ma con i suoi voti in Parlamento potrà ancora influire sulle scelte politiche della nazione.

Parte così ufficialmente da oggi la cosiddetta corsa al Quirinale, ovvero la caccia al nome del prossimo Presidente della Repubblica. L'identikit, se così si può definire, del nuovo Presidente è piuttosto scarno: l'unica vera caratteristica che gli si deve riconoscere è che dev'essere un nome condiviso, uno che sta bene a tutti. E viste le posizioni opposte delle varie fazioni politiche, sarà molto difficile trovarne uno. Qualche nome però comincia a circolare.

Il favorito è Ferdinando Imposimato, ex presidente della Corte di Cassazione nonché magistrato antiterrorismo, appoggiato sia da Forza Italia che dal Movimento 5 Stelle (probabilmente l'unico nome sul quale ci può essere convergenza), il quale magari non è la prima scelta del PD, ma non dispiace nemmeno.

Uno che avrebbe messo tutti d'accordo era Mario Draghi, ma l'attuale Governatore della BCE ha detto chiaramente che finché non terminerà il suo mandato (2019) non ha alcuna intenzione di lasciare il suo posto.

Attualmente il PD ha il diritto, grazie al numero di voti a disposizione, di fare un nome, ma non ha i voti sufficienti ad eleggerlo.

Per questo la prima strada che si percorrerà sarà quella di trovare un accordo con Forza Italia. I candidati che potrebbero essere condivisi sono Sergio Mattarella, ex parlamentare famoso per aver realizzato la legge elettorale con la quale abbiamo votato per decenni; e Franco Bassanini, più volte ministro dei Governi di sinistra che però, visto il suo passato nel PSI, potrebbe andare a genio a Berlusconi.

Qualche perplessità su Piero Grasso, attuale presidente del Senato, che però potrebbe essere un nome spendibile. In lizza ma difficilmente eleggibili Walter Veltroni, ex candidato Premier PD ed ex sindaco di Roma, e Piero Fassino, sindaco di Torino. Interessante era anche la candidatura di Emma Bonino, ma dopo che lei stessa ha dichiarato di avere il cancro, crediamo sia difficile che le venga affidato il compito di rappresentare l'Italia. Tramontata, almeno allo stato attuale, la candidatura di Gianni Letta perché troppo vicino a Berlusconi.

Se non si dovesse trovare un accordo PD-Forza Italia, Renzi potrebbe cercare sponde nel Movimento 5 Stelle, e qui i nomi condivisi non mancano. Dai giuristi Rodotà e Zagrebelsky, fino a Romano Prodi, restano solo da mettere d'accordo i vari parlamentari ed evitare la figuraccia dei 101 franchi tiratori di due anni fa. Infine, se non si dovesse trovare l'accordo su nessuno, l'unico nome che scontenterebbe tutti e contemporaneamente non scontenterebbe nessuno è quello dell'ex Premier Mario Monti.