Il nuovo Ddl Scuola continua a far parlare di sé. Uno degli argomenti taciuti fin d'ora dai media e deputati diviene rilevante nell'attesa dei responsi politici regionali tanto agogniati dai docenti, la generalizzazione della scuola d'infanzia, il sistema unico 0/6 anni. In seguito alla diffusione massiva on line delle rarissime notizie inerenti i possibili pericoli delle deleghe in bianco, la scuola d'infanzia si informa e si ribella a scelte scriteriate, assurde, improponibili, fa sentire la sua voce ed in breve tempo coinvolge i giornali e crea una petizione on line.

La contestazione del Ddl scuola - Le proposte presentate dall'art. 22 pag. 32 del Disegno di legge 2994 punto f, facilmente reperibile in rete, rasentano la follia, prospettano un sistema unico 0/6 anni, in un panorama territoriale assolutamente variegato, diversificato ed impreparato a cambiamenti così radicali: da una parte gli asili nido e la scuola d'infanzia comunale, dall'altra la scuola d'infanzia statale; ordini di scuola diversi oltre che unici per necessità di preparazione psicologica idonea a fasce d'età differenti; con differenziazioni evidenti nella preparazione culturale dei docenti; con distinte necessità legate ad indicazioni pedagogiche e metodologiche dettate dai due diversi Enti.

I regolamenti nella scuola dell'infanzia - Attualmente le insegnanti d'infanzia comunali rispondono a regolamenti comunali, con orari di servizio settimanali costituiti da un totale di 30 ore frontali (con i bambini) e 100 trasversali (senza bambini) di programmazione, incontri, aggiornamento; le docenti statali invece rispondono alle attuali indicazioni ministeriali con relativi campi di esperienza e traguardi, per un totale di 25 ore settimanali frontali e 40 trasversali costituite da collegi, incontri con genitori, interclassi tecniche, programmazioni ed altro.

Per non parlare di buste paga, stipendi assolutamente differenti, concorsi e valutazioni di ingresso in ruolo completamente diversificate.

I regolamenti negli asili nido - Costituiscono un altro mondo, strutturati con tre reparti: lattanti, divezzi e semidivezzi, con zone cambio pannolini, zone riposo con lettini e mensa.

È evidente già ad una prima lettura, che le strategie proposte dalle deleghe in bianco sono assolutamente campate in aria, impossibili da realizzare, per una serie di ragioni: le necessità dei bambini, le strutture non idonee e le docenti attualmente in ruolo con una preparazione completamente diversa, per non parlare dei materiali didattici, maggiormente presenti nelle strutture comunali e totalmente assenti e non a norma delle statali ormai fatiscenti per non dire inesistenti, prive di fondi da tempo, costrette a chiedere carta, carta igienica, sapone, colori, cartoncini, fotocopie ai genitori; in alcuni casi, per svolgere attività o progetti le stesse docenti dell'infanzia statale sono costrette a spostate sedie da una parte all'altra dell'istituzione scolastica perché prive di arredi essenziali. La scuola d'infanzia si appella al Senato e al suo buonsenso, questo Ddl non s'ha da fare.