Tsipras si ripresenta all'Eurogruppo, con la coda tra le gambe e un pò ammaccato dalla botte nel suo parlamento. Il suo piano di 12 miliardi potrebbe raccogliere l'approvazione dei 19, ma uno scoglio il premier ellenico non riesce a saltarlo. Il ministro delle finanze tedesco gli dà sempre la stessa risposta: 'oxi', come si direbbe a casa sua. Per Schaeuble Tsipras non andrebbe rimandato ogni volta, ma direttamente bocciato. La testa di Varoufakis non lo ha saziato. Lo ripete da febbraio e istiga anche la cancelliera, che non elargisce mai benedizioni. Tanto è arcigno che ieri ha altercato con Draghi. Mentre il capo della Bce propsettava l'ipotesi dell'haircut per la Grecia, Schaeuble ha tagliato il discorso: 'Mi prende per uno stupido?' Entrambe le parti lo hanno definito 'scambio di opinioni', ma il presidente dell'Eurogruppo Dijesselbloem ha ritenuto opportuno sospendere la riunione prima dell'incendio. Chi è allora questo ministro che fa sempre la voce da tenore, tiene sottoscacco la sua cancelliera, il Fmi e la Commissione?

La sua forza, il consenso

L'influenza che ha quest'uomo che riduce tutti all'ubbidienza fa pensare che sia sostenuto da qualche lobby potente. Magari dietro di lui, come dice l'inno nazionale, potrebbe esserci qualche sinistra massoneria o qualche sorta di cerchio magico. O semplicemente esprime gli interessi della Germania liberal. La risposta è nei sondaggi. Nessun potere occulto, dietro il tesoriere della Repubblica federale c'è semplicemente il popolo tedesco che gli elargisce tutto il proprio consenso. Lo chiamano il Lupo e in lui riconoscono il fervido rigore delle origini. Attraverso una genealogia di secoli è giunta a lui l'eredità delle fierezza di quelle tribù rudi e bellicose che Giulio Cesare e Tacito descrivevano con ammirazione. Chi lo conosce sa bene che proprio l'indipendenza dai poteri forti giustifica la sua tempra. Non ha interesse a risultare simpatico e in questi mesi ha dimostrato di non essere uno disposto a negoziare. Il 12 ottobre 1990 in una birreria a Oppenau, nel Baden-Württemberg, vienne ferito con una pistola da uno squilibrato, mentre si celebra il raduno dei cristiani democratici. L'attentato gli è costato l'uso delle gambe ma non ha troncato la sua carriera politica. Da ministro degli interni e pupillo di Helmut Khol, che poi lo sconfesserà, si adopera per la riunificazione della Germania. Convince la maggioranza a trasferire la capitale da Bonn a Berlino e la storia gli ha dato ragione. Nel 1998 in un'audizione alla stampa affronta di petto il problema della sua invalidità: si chiede se nella sua condizione sia possibile aspirare al cancellierato. Si risponde di sì e, approfittando del pubblico dei giornalisti, lo fa sapere al Paese. Viene sfiorato dagli scandali, si dimette da partito e ritorna. Dopo 17 anni è ancora un attore principale, ma rimane l'aspirazione alla poltrona del cancelliere a cui, dopo una vita spesa per la politica, non riesce ad arrivare.