No all’utero in affitto” è lo slogan della petizione lanciata da Che Libertà, il coraggio di essere donne. Un movimento tutto al femminile nato nel 2011 e composto da personalità variegate dal punto di vista anagrafico, professionale e politico. Ad unirle il desiderio di riappropriarsi della maternità che nulla ha a che fare con la tecnica surrogata divenuta già una prassi oltre oceano. I bambini, che sono un dono, non possono divenire una merce da donare peggio vendere. È su questo punto che il movimento ha avviato numerose campagne di sensibilizzazione in Italia, raccogliendo consensi e adesioni.

La discussione in Senato sul disegno di legge Cirinnà(che potrebbe aprire alla tecnica dell’utero in affitto oggi vietata nel nostro Paese) ha innescato un dibattito importante sui temi legati alla regolamentazione dei diritti civili. “Siamo favorevoli al pieno riconoscimento dei diritti civili per lesbiche e gay - si legge nell’appello di Che Libertà - ma diciamo a tutti, anche agli eterosessuali, il desiderio di figli non può diventare un diritto da affermare a ogni costo”. La petizione lanciata sul portale Change.org è stata sottoscritta da centinaia di persone, tra cui molte donne dello spettacolo (su tutte Stefania Sandrelli, Dacia Maraini, Claudia Gerini, Simona Izzo).