"Chi mi critica ha sfasciato l'Ulivo". Volano gli stracci fra il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e l'ex segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani, che non ha gradito per nulla la dichiarazione fatta ieri a Roma dal Premier, durante un suo intervento alla scuola di formazione politica del Pd. Da Perugia, dove la minoranza DEM era riunita per incoronare ufficialmente Roberto Speranza a leader della Sinistra Riformista, l'ex capo del governo ha risposto in maniera piccata all'ennesima provocazione renziana: "Non si può dire in una scuola di formazione politica e davanti a tanti giovani che abbiamo distrutto l'Ulivo e aiutato a vincere i nostri avversari.
Silvio Berlusconi l'abbiamo battuto tre volte e non si dimentichi che Renzi sta governando facilmente grazie ai molti o pochi voti che io e tutta la coalizione di centrosinistra abbiamo preso alle scorse elezioni. Noi stiamo cercando di tenere dentro il partito, democratici e democratiche che non hanno più voglia di starci. Il segretario deve fare sintesi, non premere perché parte di esso si distacchi e percorra una strada diversa".
Speranza, D'Alema, Cuperlo, Orfini e la Serracchiani
Roberto Speranza nel suo intervento conclusivo alla kermesse perugina, ha ribadito che la propria corrente non ha nessuna intenzione di abbandonare il partito: "Senza la nostra presenza e i nostri contributi il PD si trasformerebbe in qualcos'altro".
Massimo D'Alemanon ha nascosto di essere spaventato dalle prospettive neo-centriste di Matteo Renzi che in tanti fanno fatica a capire e ad accettare. Per GianniCuperlo il 'rottamatore' ha interrotto la sua 'rottamazione' sulla soglia di Palazzo Chigi, spalancando le porte ad opportunisti e trasformisti della prima e ultima ora.
La replica della segreteria DEM, affidata a Gianni Orfini e a Debora Serracchiani non si è fatta attendere. I due hanno ribadito con fermezza che quando i risultati del governo varcano i confini nazionali, il Partito Democratico viene considerato il più a sinistra d'Europa, per diventare di destra una volta che si rientra in Italia, perdendosi in inutili, sterili e incomprensibili discussioni.