Ieri si sono svolte le elezioni comunali nel primo turno in diverse regioni italiane. Circa 13 milioni di elettori sono stati chiamati al voto in 1.342 comuni, tra cui 25 capitali di provincia e sette capitali di regioni: Roma, Milano, Bologna, Napoli, Cagliari, Trieste e Torino.
Il successo di Raggi
I risultati del Partito Democratico guidato dal premier Matteo Renzi non sono stati quelle attesi. Il centrosinistra resta in competizione a Torino e Milano, ma perde forza a Roma, dove la candidata del Movimento Cinque Stelle è in testa.
Virginia Raggi, candidata del Movimento Cinque Stelle, si consolida come la probabile vincitrice al comune di Roma al ballottaggio del 19 giugno.
Con poco più dell’80% dei voti contabilizzati, Raggi ha ottenuto il 35,5%. Al secondo posto c’è Roberto Giachetti, candidato del Pd, con il 24,7%. La grande sorpresa è stata il candidato di Fratelli di Italia, Giorgia Meloni, con il 20,67%. Il candidato sostenuto da Silvio Berlusconi, Alfio Marchini, ha ottenuto il 10% e il 14%.
I risultati
“Il vento sta cambiando, è questo il momento… Stiamo affrontando un momento storico. I romani sono pronti per passare pagina e io sono pronta a governare questa città e restaurare lo splendore e la bellezza che Roma si merita”, ha dichiarato Raggi. Il candidato del Movimento Cinque Stelle continua ad essere molto seguita dalla stampa internazionale.
A Milano andranno al ballottaggio il candidato del Pd, Giuseppe Sala (41%) e il candidato del centrodestra Stefano Parisi (40,87).
A Napoli invece Luigi de Magistris (42,22%) e Gianni Lettieri (23,99%). Il partito di Silvio Berlusconi è uno dei grandi sconfitti delle elezioni comunali di ieri.
L’analisi
Molti considerano i risultati del voto a Roma come una conseguenza diretta della gestione dell’ex sindaco, Ignazio Marino. Per Aldo Torchiaro, giornalista ed esperto di comunicazione politica, il voto di ieri riflette alcuni stati d’animo dei cittadini.
“Nelle aree di maggior disagio (si veda a Roma il 42% di Ostia) il voto al M5S si conferma non come semplice protesta, ma come rabbia verso il sistema dei partiti tradizionali”, ha spiegato Torchiaro. “Peccato che con la rabbia non si governi- ha aggiunto - e che cinque minuti per un voto arrabbiato rischiano di avere come seguito cinque anni di instabilità e improvvisazione”.
Il giornalista fa notare che il fenomeno mediatico di Matteo Salvini fa il flop maggiore: “Lui sempre in tv, ma la Lega a Roma fa il 2% e in tutta Italia è sotto le aspettative”.
Visti dall’estero
Anche dall’estero sono state seguite con attenzione le elezioni comunali in Italia. Il quotidiano britannico The Guardian ha pubblicato oggi un’analisi del voto nella quale cerca di prevedere quali sarebbero le conseguenze delle elezioni amministrative. La pubblicazione, notoriamente di sinistra, ha sottolineato le affermazioni del premier Matteo Renzi sull’errore di considerare le elezioni comunali un test sulla popolarità del governo. Inoltre, appunta che se il Movimento 5 Stelle riuscisse a vincere nel ballottaggio delle elezioni a Roma il 19 giugno potrebbe passare da essere un movimento anti-establishment a potenziale vincitore delle elezioni politiche del 2018. Per lo scrittore Christian Raimo, “è stata ottima l'idea di concentrarsi sul referendum di ottobre come test politico”.