Pur alla sua prima avventura da soggetto neonato alle elezioni, il Popolo della Famiglia ha deluso. Il partito ideato e lanciato dall’ex democratico Mario Adinolfi, ha totalizzato un irrisorio 0,6% a livello nazionale. Sarà stato per il pochissimo tempo a disposizione avuto per organizzarsi in vista delle amministrative, sarà stata la polarizzazione abbastanza diffusa dell’elettorato (anche i cosiddetti cattolici e popolari di governo non hanno saputo fare molto di più), ma il consenso registrato non fa presagire nulla di buono per il futuro. Adinolfi ha incassato comunque il tutto con tranquillità, convinto del fatto che il suo lavoro porterà i frutti sperati nei prossimi appuntamenti.
Svincolandosi da una satira piuttosto cinica e diretta sulla forza del suo giovane progetto, ha riconosciuto gli sbagli commessi nelle intense settimane di campagna elettorale. “L’errore più grave che abbiamo compiuto - ha affermato - è stato pensare che i temi dei principi non negoziabili (come ad esempio le battaglie contro le nozze gay, l’ideologia gender, l’aborto, l’antiproibizionismo ndr) dovessero essere temi su cui cercare consensi nell’esclusivo recinto del mondo cattolico”.