A margine di un'assemblea dal titolo "Referendum Costituzionale, è davvero la giusta riforma?" organizzato dall'UDC a Roma, Blasting News ha avvicinato il segretario nazionale del partito Lorenzo Cesa, per approfondire quali motivi hanno spinto il gruppo centrista decidere di spostarsi sulla posizione del No al referendum costituzionale dell'autunno. Ecco le sue parole.
Segretario Cesa, come mai avete deciso di appoggiare il No al referendum costituzionale?
"Intanto voglio precisare che il nostro non un No per mandare a casa qualcuno. E' invece un No ragionato sul merito della riforma, che è stata fatta in modo troppo veloce e con una maggioranza non così ampia; essa porterà a un referendum che spaccherà il paese in due.
Invece andava fatta con più responsabilità e più calma. Ci sono alcuni argomenti che, come affermano anche illustri professori universitari, faranno sì che anziché migliorare il funzionamento delle istituzioni, andremo a peggiorare il loro lavoro. Perché si aprirà di sicuro un contenzioso fra Camera e Senato, dato che il sistema bicamerale non verrà demolito fino in fondo, al contrario di come è stato detto. Si aprirà pure un contenzioso fra Stato e Regioni, ancora maggiore rispetto ad oggi, dato che passiamo da un eccesso all'altro: portiamo via alle Regioni molte competenze e su altre ancora non c'è chiarezza. Inoltre il punto centrale è che il combinato disposto fra legge elettorale e riforma costituzionale porta il paese a un sistema presidenziale senza contrappesi e ciò è grave, perché una riforma non si fa pensando a oggi ma al futuro.
Potrebbe capitare, spero mai, che un giorno emerga un Erdogan di turno che possa usarequeste riforme per prendere in mano il paese".
Nell'immediato questa vostra posizione avrà ripercussioni sulla presenza in maggioranza e nel Governo Renzi, all'interno dei quale avete un ministro?
"Ognuno ha libertà di coscienza. La linea dell'UDC si determina in Direzione.
Apprendo che qualcuno del mio partito voterà per il Sì ed è libero di farlo su un argomento così delicato, non si tratta di una legge qualsiasi. Se poi qualcuno lo fa per restare attaccato alla poltrona lo faccia pure ma non riguarda il partito. Noi restiamo in maggioranza, siamo un partito responsabile. A suo tempo abbiamo appoggiato Monti, pagando anche un duro prezzo in termini elettorali, abbiamo appoggiato Letta e ora stiamo appoggiando Renzi con molta lealtà; continueremo a farlo per quanto la nostra forza parlamentare oggi sia sotto-rappresentata rispetto al nostro reale radicamento nel paese".