Mentre diverse parti propongono di legalizzare e regolamentare il mercato della prostituzione, la deputata dem Caterina Bini presenta alla Camera una proposta di legge che prevede la "linea dura" nei confronti dei clienti, con salatissime multe di 10mila euro e addirittura il carcere per i recidivi.Si tratta del cosiddetto "modello nordico", ispirato alle leggi in vigore in Svezia, Norvegia e altri paesi del nord Europa, dove tra i reati penali c'è il cosiddetto "acquisto di prestazioni sessuali". La parlamentare del Pd sostiene che questo sia l'unico modo per porre fine al fenomeno della prostituzione, e alla tratta di esseri umani che ne deriva.

Ampliare la legge Merlin

La legge lascerebbe inalterato l'impianto dell'attuale Legge Merlin del 1958, alla quale sarebbe aggiunto un nuovo articolo che introduce il reato di "acquisto di servizi sessuali" a carico del cliente, mentre per le prostitute non sarebbe prevista nessuna sanzione. La proposta della deputata democratica è stata sottoscritta da diversi parlamentari, anche di altri schieramenti politici.

Il fenomeno prostituzione in Italia

In Italia si stima che siano operative circa 100mila prostitute delle quali un 25% sono minorenni, mentre i clienti sono stimati in oltre nove milioni. I paesi di provenienza delle prostitute costrette dalla tratta sono: Nigeria - più di una su tre del totale - Romania, Albania, Bulgaria, Moldavia ed in tono minore altri paesi.

La tratta delle nigeriane

Il 36% delle ragazze vittime della tratta è di nazionalità nigeriana. Recenti inchieste hanno evidenziato come siano attive vere e proprie organizzazioni internazionali che gestiscono l'intera filiera della tratta delle schiave, dai paesi di origine fino al paese di destinazione, dove saranno costrette a battere il marciapiede per pagare un riscatto di alcune decine di migliaia di euro ed ottenere in cambio la libertà.

Arrivano nel nostro paese anche utilizzando i barconi dei migranti, e una volta sbarcate nei porti italiani vengono prese in custodia dagli sfruttatori. Sempre più bassa l'età media delle ragazze coinvolte, che in alcuni casi non arrivano a 14 anni.