Gli effetti della Brexit quale estate stanno regalando al Regno Unito? I numeri non sono da capogiro, anzi, raccontano di allarmi e previsioni poco incoraggianti nel lungo periodo. Sono usciti i primi dati dopo l’esito del referendum svolto lo scorso 23 giugno e i motivi di preoccupazioni superano quelli degli ottimisti. Su vari fronti: lavoro, consumi, inflazione. La stretta sull’immigrazione da una parte reca una lieve crescita degli stipendi relativi agli impieghi a bassa specializzazione (dallo 0,2 allo 0,6%), ma dall’altra mette in crisi le impreseavvezze all’utilizzo di forza lavoro straniera.
Consumi: il tasso annuale dei prezzi al consumo è salito allo 0,6% nel corso del mese di luglio; ciò è dovuto alla perdita accusata dalla sterlina nei confronti delle altre monete, euro e dollaro su tutte. A luglio sono saliti anche gli indici relativi all’inflazione, così come un’impennata registrano i prezzi delle importazioni. Beni alimentari, metalli e carburanti sono tra i prodotti che, secondo i numeri diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica, hanno subito un aumento maggiore.