La libia che viene bombardata dagli aerei americani ci porta indietro di qualche anno alle operazioni militari attuate prima della caduta di Muammar Gheddafi nel 2011. Il premier Fayez al Serraj ha subito specificato che “ilsostegno diretto chiesto per condurre attacchi aerei contro lo Stato islamico a Sirte e nei dintorni della città” ha costretto l’Isis a subirepesanti perdite”. Barack Obama, attenendosi alle raccomandazioni dei vertici del Pentagono, ha autorizzato l’azione in quanto “commander in chief”.

Interventi mirati in Libia da parte degli USA

“Interventi mirati contro la roccaforte Isis in Libia che andranno avanti in linea col nostro approccio di coordinamento con le forze locali”,ha spiegato Peter Cook, portavoce della Difesa americana. Fayez al Serraj stesso ha assicurato che le azioni sono state effettuate mediante il coordinamento col suo governo, ribadendo che non sono attualmente presenti truppe straniere su suolo libico. Affermazione dalla facile smentita, visto che il 17 luglio scorso l’abbattimento di un elicottero vicino Bengasi ha causato la morte di tre commando di Parigi.

Il Pentagono conferma, l’Italia plaude. Da Palazzo Chigi però si cerca di minimizzare assicurando che, come stabilito nel decreto missioni approvato in Parlamento, non c’è stato nessun coinvolgimento nelle operazioni militari.

Matteo Renzi, informato della situazione, ha chiarito che i bombardamenti degli aerei militari americani non sono stati supportati e che i raid aerei non sono partiti da basi italiane.

Questo significa che le bombe sganciate sono solo l’inizio di un attacco che potrebbe durare settimane e al quale l’Italia, volente o nolente, è tenuta a fornire sostegno.

Spiegano fonti stesse del nostro Governo che “La prossima volta la richiesta di Tripoli potrebbe essere fatta direttamente all’Italia”. Non si fa attendere l’attacco del M5S che tuona “Un’altra guerra è servita”, mentre mercoledì si attende la discussione in Aula, alla Camera, di una mozione sulla politica estera italiana.

Niente truppe a terra

Fonti interne al governo americano negano l’impiego di forze militari sul terreno, asserendo che il raid aereo è seguito ad un intervento voluto direttamente da Washington e condotto sulla campagna fuori da Tripoli, attorno a Sabrata. Quest’ultimo avrebbe portato alla morte Noureddine Chouchane e altri jihadisti. Abu Nabil, noto come Wissam Najm Abd Zayd al-Zubaydi era stato eliminato lo scorso novembre in un altro raid aereo.

“Confini temporali incerti”,ha dichiarato Peter Cook, affermando che gli obiettivi delle azioni militari USA sono punti strategici di comando dell’Isis e depositi di munizioni e armi impiegati nell’avanzata nel paese. Siamo sicuri che ciò neghi l’intervento dell’Italia?

Quando il nostro Governo ha firmato un accordo con gli americani per la base di Sigonella, in Sicilia, che presto sarà a disposizione degli Stati Uniti vista la sua posizione strategica, secondo quanto scrive il Corriere della Sera. Inoltre, non è un mistero che l’Italia si sia prodigata nell’appoggiare il governo libico: “L’Italia sostiene il governo di accordo nazionale libico guidato da Fayez al Serraj e lo incoraggia sin dalla sua formazione a realizzare iniziative necessarie per ridare stabilità e pace al popolo libico”.