Il Campidoglio, guidato dal neosindaco a cinque stelle Virginia Raggi, ha sbagliato procedura sulla nomina del capo di gabinetto Carla Romana Ranieri. A confermarlo, lo stesso sindaco Raggi che in un post sulla sua pagina facebook dichiara tra le altre cose: "Sulla base di due pareri contrastanti, ci siamo rivolti all'ANAC che, esaminate le carte, ha dichiarato che la nomina della Dott.ssa Carla Romana Raineri a Capo di Gabinetto va rivista in quanto "la corretta fonte normativa a cui fare riferimento è l'articolo 90 TUEL" e "l'applicazione, al caso di specie, dell'articolo 110 TUEL è da ritenersi impropria".

Ne prendiamo atto. Conseguentemente, sarà predisposta l'ordinanza di revoca". Quindi, la procedura di nomina del capo di gabinetto del sindaco Raggi non è corretta e va revocata. Questa la prima notizia, che dopo settimane di polemiche sulla nomina proprio del capo di gabinetto del Campidoglio e del suo stipendio rappresenta una patata bollente per la nuova maggioranza pentastellata di Roma Capitale.

Chissà se sulla questione interverrà direttamente anche il leader del movimento 5 stelle Bebbe Grillo o, quantomeno, uno dei personaggi più rappresentativi come Luigi di Maio o Alessandro di Battista. La Raggi è in difficoltà e una presa di posizione ufficiale dei vertici del movimento potrebbe quanto meno aiutare il sindaco a superare il momento.

Non bastasse, in modo del tutto inaspettato, si è dimesso anche il neo assessore al bilancio del giunta romana Marcello Minenna. Anche su Minenna le polemiche non erano mancate, in particolare sul doppio incarico di assessore e dirigente Consob. Situazione che sembrava rientrata con la messa in aspettativa dello stesso Minea dall’incarico in Consob.

Se sulla prima questione, la nomina de capo di gabinetto, l’errore è squisitamente procedurale, anche se avrà le logiche e conseguenti ricadute politiche, le dimissioni dell’assessore Minenna sono più difficili da inquadrare in questo momento. Da capire, dunque, se l’assessore si sia dimesso per questioni del tutto personali o per motivi politici, magari perché in disaccordo su qualche questione saliente con la linea del sindaco o della nuova maggioranza penta stellata.