La delibera dell’anac, Autorità Nazionale Anti Corruzione, guidata dal magistrato in quota Pd Raffaele Cantone, è stata approvata nella serata di mercoledì scorso, ma è arrivata solo oggi sul tavolo dell’amministratore delegato della Rai Antonio Campo Dall’Orto. Un fulmine neanche troppo a ciel sereno, quello scagliato dallo staff di Cantone, chiamato obbligatoriamente a rispondere ad un esposto presentato dall’Usigrai, il sindacato interno a viale Mazzini. I sindacalisti Rai hanno chiesto conto all’Anac della legittimità della nomina di 21 manager scelti personalmente dal super dirigente noto con la sigla CDO.

Pare, infatti, che i prescelti dal renziano di ferro non abbiano rispettato i requisiti imposti dal nuovo statuto aziendale, entrato in vigore il 26 gennaio di quest’anno. Tutti beneficiari di nomina diretta, anziché sottoporsi alle forche caudine del job posting (pubblicizzazione di posizioni vacanti all’interno dell’azienda) e del confronto tra i curricula.

I nomi dei dirigenti coinvolti

Un metodo di cooptazione nella tv pubblica che ha fatto andare su tutte le furie gli interni di ‘Mamma Rai’. Purtroppo per loro, però, la deliberazione dell’Anac non ha valore vincolante, ma rappresenta solo un parere. Logico, dunque, aspettarsi che CDO farà orecchie da mercante nel prossimo CDA (Consiglio di Amministrazione) aziendale.

Ma il caso fa rumore, e come. Se non altro per i nomi di peso coinvolti. Il primo a far sua la denuncia Usigrai è stato il parlamentare in quota Ncd-Ap Gianni Sammarco. Tra gli accusati di essere dei raccomandati ci sono i direttori di rete Daria Bignardi(Rai3), Ilaria Dallatana (Rai2), Gabriele Romagnoli (Rai Sport), il direttore finanziario Raffaele Agrusti, il Responsabile Web Diego Antonelli, ma anche il consulente strapagato, giornalista di Repubblica, Francesco Merlo.

Nomi finiti già al centro di una bufera mediatica, soprattutto quello della Bignardi, perché beneficiari di stipendi superiori a 200.000 euro. A tal proposito, proprio ieri il Senato ha approvato un emendamento del Dem Roberto Cociancich (divenuto famoso per l’emendamento ‘canguro’ al ddl Boschi) per imporre un tetto di 240.000 euro agli stipendi Rai.

La Bignardi e il caso Semprini

La direttrice di Rai3, Daria Bignardi, in queste ultime ore paga più di tutti lo scotto delle critiche perché è stata lei, dirigente nominata e superpagata, ad assumere con un contratto a tempo indeterminato il giornalista ex Sky, Gianluca Semprini, piazzato a condurre la trasmissione del martedì sera Politics in sostituzione dello scomodo Ballarò del non allineato al renzismo, e per questo epurato, Massimo Giannini. Ebbene, il glabro Semprini, dopo il flop della prima puntata, sprofondata al 5,56% di share con solo 1 milione e 306.000 spettatori, al secondo tentativo è riuscito a far colare a picco la prima serata della Terza Rete negli abissi di un vergognoso 3,45%, con la miseria di 835.000 spettatori pure paganti (il Canone). Naturalmente nessuno pagherà per questo fallimento visto che la scomparsa dei talk show dalla tv erano l’obiettivo dichiarato del renzismo al potere.