Matteo Renzi si pone in posizione opposta a quella che i vertici europei stanno cercando di mostrare agli occhi dei Paesi Membri, mentre il Premier Italiano si dice contrario a lasciarsi vincere dal perbenismo dei soliti noti e che vogliono per forza far credere alla gente che vada tutto bene. Secondo lui nell'ultimo vertice di Bratislava, gli argomenti trattati non rispecchiano le reali necessità dell'intero continente, ma si è addirittura evitato di affrontare tematiche che rappresentano il vero problema attuale dei vari Paesi. A marzo, nell'incontro che si terrà a Roma in occasione del sessantesimo anniversario del trattato, secondo il Premier l'Italia dovrà presentarsi con un piglio forte facendo valere le proprie ragioni.
Matteo Renzi: "Non devo recitare un copione"
Il Premier italiano fa presente la sua reticenza a unirsi al coro europeo, quello che ha organizzato il summit per mostrare quanto i 27 Paesi Membri siano uniti nonostante l'Inghilterra abbia scelto di andare via dall'UE. Renzi parla della conferenza stampa che Hollande e la merkel hanno tenuto per presentare lo spirito di collaborazione e comunicare che il summit era andato molto bene. Non è così dice il Primo Ministro, perché i veri problemi non sono stati affrontati affatto. "Non sono in accordo" spiega Renzi "con l'atteggiamento perbenista di chi dice che il summit è andato bene, che va tutto bene".
I veri problemi fuori dall'agenda
I problemi che in questo momento sono da affrontare e di cui l'UE deve farsi carico non sono stati affrontati.
Renzi dice che il fiscal compact, l'eventuale modifica dei trattati, la riforma di Dublino e la difficile situazione dell'immigrazione, non sono state neanche nominate. "Non sono soddisfatto delle conclusioni del vertice sulla crescita e l'immigrazione" ha dichiarato Matteo Renzi che quindi ha detto di non sentirsi legittimato a partecipare a una conferenza stampa che non rappresenta la realtà dei fatti. Un momento difficile per l'Unione Europea, che non potrà a lungo tenere al buio i reali problemi che ci sono all'interno, e quello della Brexit è un campanello d'allarme di qualcosa che non va.