Il Referendum Costituzionale spacca in due l'opinione pubblica, ma non solo perché la scelta presenta solo due possibilità, ovvero SI o NO, ma perché siamo di fronte ad una situazione di grande caos e incertezza. Abbiamo il gruppo dei votanti sicuri, che si divide tra chi voterà "SI'" e chi invece sceglierà il "NO", e dall'altra parte quelli che ancora non hanno assolutamente idea su quale casella mettere la crocetta. Complice di questa confusione è anche una campagna informativa molto scarsa, perché dalla politica italiana invece di arrivare un messaggio esplicativo chiaro dalle parti in causa, è arrivata solo una bagarre di scontri verbali e messaggi fuorvianti.
C'è invece bisogno di capire che cosa andiamo a votare, e non solo quali punti andranno a cambiare, ma anche in che modo lo faranno.
I punti salienti
La solita basilare premessa da fare sul Referendum Costituzionale del 4 dicembre, è che non avrà l'obbligo del Quorum. Essendo un Referendum Costituzionale, vincerà la maggioranza delle scelte indipendente dalla percentuale di votanti. Probabilmente questo referendum vedrà una partecipazione al voto più elevata rispetto a quella dei precedenti, in quanto il fronte del "NO" non potrà contare sull'astensione a proprio favore. Detto questo ecco le modifiche che avverranno con il "SI'":
Il Senato
Il Senato diminuirà da 315 senatori a 100, di cui 21 saranno sindaci, 74 consiglieri regionali e 5 senatori eletti direttamente dal Presidente della Repubblica.
Resteranno in carica 7 anni, e cosa importante da sapere, non esisteranno più i senatori a vita. Il periodo della carica è forse il punto più complicato della situazione, perché il mandato rimarrà lo stesso del loro impegno territoriale. Siccome non tutte le regioni hanno gli stessi tempi di scadenza dei mandati, il rischio è di vedere un senato con una maggioranza instabile e mai uguale durante le varie legislature.
Inoltre uno dei nodi controversi è quello sull'immunità dei senatori, che per tutto il mandato non potranno essere né intercettati, né tantomeno arrestati.
Il Presidente della Repubblica
Per l'elezione del Presidente della Repubblica cambia il Quorum, e dopo il quarto scrutinio non servirà più la maggioranza assoluta, ma solo i tre quinti dell'assemblea.
Dal settimo scrutinio basteranno i tre quinti dei votanti. Per quanto riguarda i Grandi Elettori, con il "SI'" scompariranno del tutto. Visto che verrebbero meno i poteri del Senato, sarà il Presidente della Camera a divenire la seconda carica dello stato, e farebbe da supplente al Presidente della Reppublica in caso di impossibilità momentanea ad adempiere alle sue funzioni.
Rapporto Stato - Regioni
Con il "SI'" e la trasformazione del Senato in elemento di raccordo tra lo Stato e le Regioni, il Governo si riavvicina alla gestione centralizzata di un mondo dispersivo e dai costi immensi. Secondo i critici, la posizione del Governo è una semplice volontà di togliere autonomia alle Regioni. Chi è a favore del referendum invece, sostiene che è finalmente l'occasione buona per ridurre gli sprechi e migliorare i servizi al cittadino.
Oltre all'abolizione del Cnel, arriverà la definitiva soppressione delle province.
Istituto Referendario
Qualora dovesse vincere il "SI'", per la prima volta nel nostro Paese si potranno presentare alla votazione popolare i referendum propositivi e non solo quelli abrogativi. Diventerà invece più difficile presentare la richiesta di un referendum su iniziativa popolare, in quanto il numero di firme necessarie per poterlo portare in discussione salirebbero dalle attuali 50 mila a 150 mila, un numero decisamente più elevato di prima. Questo punto è uno di quelli che ancora fa riflettere gli indecisi.