In ascesa costante su scala nazionale, in palese difficoltà sul territorio. Il paradosso del M5S è tutto qui: il caos generato dal caso delle firme false depositate a Palermo in occasione delle Comunali del 2012 non è che il preludio delle conseguenze di un’inchiesta che prosegue a colpi di confessioni. La prima a cedere, dopo mesi di resistenza a oltranza e di querele, è stata la deputata regionale Claudia La Rocca che ha raccontato ai Pm i dettagli di una notte da dimenticare. Lo scoop messo a segno dalla trasmissione Le Iene, che ha raccolto le testimonianze di numerosi ex attivisti, ha creato una lacerazione all’interno del gruppo.

Beppe Grillo ha promesso che si farà luce sull’accaduto e che tutti i colpevoli saranno messi alla porta. Eppure in molti sono preoccupati dall’effetto domino che potrebbe generare il caso perché, secondo indiscrezioni, in tanti sapevano della vicenda in Parlamento ma hanno preferito accantonare la polvere sotto il tappeto. “La firma falsa è una firma copiata - ha sottolineato Grillo - è l’oscar della stupidità, noi non riusciamo nemmeno ad essere disonesti. In quella lista lì non è stato eletto nessuno”.