Passa in prima lettura al Senato, non senza polemiche, la ratifica del trattato tra Italia e Francia per l'avvio dei lavori della sezione transfrontaliera della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, il “tunnel” che da anni vede l’opposizione degli abitanti della Val di Susa e dei No Tav. La seduta di Palazzo Madama non poteva di certo essere tranquilla: i rappresentanti del movimento 5 stelle, insieme ai senatori di Sinistra Italiana, hanno dato vita a una battaglia a suon di interventi, proposte emendative e perfino una questione pregiudiziale per tentare di fermare il disegno di legge, che però alla fine ha visto prevalere i Pro TAV di tutti gli altri schieramenti politici.

I contenuti del trattato

L’accordo prevede l'avvio definitivo dei lavori nella tratta della linea ferroviaria che oltrepassa il confine tra Italia e Francia, 65 chilometri di cui 57 in galleria, affidandone la realizzazione a “Tunnel Euralpin Lyon Turin”, oltre a disciplinare l'organizzazione dei lavori e le modalità di funzionamento della società responsabile del progetto. Il trattato è accompagnato da un protocollo addizionale, che definisce i costi e i criteri di valutazione dell’opera, e da un regolamento dei contratti che ha lo scopo di stabilire le regole per prevenire e contrastare eventuali tentativi di infiltrazione mafiosa nei lavori.

I pro ed i contro

Le forze politiche favorevoli evidenziano i vantaggi dell’opera, come ad esempio una riduzione annuale di emissioni di gas serra pari a circa tre milioni di tonnellate, equivalenti a quelle prodotte da una città di 300.000 abitanti.

Il senatore del Pd Stefano Esposito, da sempre fautore dell’alta velocità, parla di “giornata storica”, mentre il collega valsusino del Movimento 5 Stelle Marco Scibona condanna la decisione di accelerare l’iter del provvedimento, vista la mancanza di urgenza e la presenza di problemi ben più gravi in Italia.

L’iter della legge

Ora il disegno di legge passa all’esame della Camera, dove dovrebbe essere approvato definitivamente subito dopo la sessione di bilancio: l’Unione europea, finanziatrice dell’opera insieme a Italia e Francia – impegnate rispettivamente a sborsare il 57,9% e il 42,1% dell’importo residuo – insiste che quest’ultimo passo, prima di avviare i lavori, sia concluso entro il 2016. Si attendono nuove proteste in Val di Susa dei No Tav nei prossimi giorni.