Se Mattarella glielo chiedesse non si tirerebbe indietro. Il senatore forzista Antonio Razzi non usa mezzi termini e sottolinea che è disposto a fare il premier. L'esternazione è stata resa ieri mattina, in occasione di un'intervista a Radio Cusano Campus. Razzi sarebbe pronto, dunque, a condurre la nazione verso una nuova legge elettorale, sottolineando di essere una persona solerte e che non ha timore di nessuno.

Antonio Razzi premier: 'Penserei subito ai giovani disoccupati'

Il Capo di Stato dovrà scegliere un nuovo premier. Antonio Razzi direbbe certamente sì se gli venisse richiesto di guidare il Paese in questo delicato momento.

Ai microfoni di Andrea Di Ciancio e Roberto Arduini, durante il format ECG, il senatore di Forza Italia ha spiegato che, se diventasse premier, penserebbe subito al lavoro ('Troppi giovani non hanno lavoro') e a diminuire la pressione fiscale sugli imprenditori, evitando così la loro 'diaspora' all'estero. Il metodo Razzi per rilanciare la nazione: Iva al 20% e tassazione al 30%. In questo modo, secondo il forzista, l'Italia potrebbe tornare a sorridere. Il senatore è convinto che per risollevare il Paese bisogna innanzitutto ridurre le tasse agli imprenditori.

Nonostante tutto, Antonio Razzi sostiene che il presidente della Repubblica Mattarella dovrebbe chiamare Silvio Berlusconi per conferirgli l'incarico di premier.

Il senatore forzista è certo che, in poco tempo, Berlusconi migliorerebbe la nazione.

Maria Elena Boschi elogiata da Antonio Razzi

Se fosse premier, Antonio Razzi si farebbe aiutare dall'attuale ministro Maria Elena Boschi? Certamente sì. Riferendosi alla Boschi, il senatore ha detto che è una donna giovane e preparata; e poi 'è anche bella'.

Le armi dell'attuale ministro per le Riforme, secondo Razzi, sono la bellezza e la giovialità. E' impossibile, insomma, irritarsi davanti a una donna affascinante che sorride.

Maria Elena Boschi, dopo aver appreso che circa il 60% degli italiani ha detto no alla sua riforma, si sarebbe messa a piangere nella sede del Pd. Quella riforma era importante per la Boschi. Il no al referendum costituzionale ha rappresentato una bruciante sconfitta per lei e il premier Renzi.