Abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Sono due le ipotesi di reato con le quali la Procura di Roma ha iscritto il sindaco di Roma, Virginia Raggi, nel registro degli indagati. Un atto formale che torna a scuotere le fondamenta già debilitate del Campidoglio. Un “invito a comparire” che ripropone il tema della credibilità di una inedita classe dirigente, che ha costruito la sua vittoria più importante sulla differenza rivendicata “tra noi e loro”. Che l’amministrazione della Capitale fosse una grave spina nel fianco per il Movimento5Stelle è cosa nota.

Più volte il castello è stato sul punto di crollare sotto i colpi degli stessi regnanti. Solo gli interventi risolutori di Beppe Grillo hanno scongiurato i rischi di un ribaltone dagli effetti devastanti. Il comico, conscio della posizione della Raggi nel caso Marra, ha imposto con una tempestività svizzera il nuovo codice etico e la svolta garantista. Un paracadute strategico volto a congelare la poltrona del sindaco in attesa di un rinvio a giudizio che, da indiscrezioni raccolte da L’Espresso, potrebbe essere firmato già a marzo.

Tutti contro tutti

In attesa dell’interrogatorio fissato per il prossimo 30 gennaio, la Raggi deve difendersi dal ritorno prepotente dei suoi nemici interni di sempre.

Ciò che fa specie a molti (al di là delle responsabilità tutte da accertare del sindaco) è l’atteggiamento protezionistico imposto da Grillo nei suoi confronti. Una novità per il Movimento5Stelle che, per molto meno, ha silurato amministratori come Federico Pizzarotti che viaggia invece a vele spiegate verso una nuova vittoria a Parma.

C’è malumore, è inutile nasconderlo. Gli esponenti grillini della prima ora (in primis Roberto Fico e Roberta Lombardi) hanno sollevato forti perplessità per la mutazione genetica in atto. In tutta riposta Grillo ha richiamato all’ordine i malpancisti, ammonendoli dal rilasciare dichiarazioni alla stampa non concordate: “Chi non è d’accordo se ne vada altrove”.

Il web però si sa non perdona e ci ha messo poco a riproporre il tweet dell’allora consigliere d’opposizione Raggi che si scagliava contro Orfini, il PD e l’amministrazione Marino: “Iniziamo a cacciare indagati e condannati?”.

Pronto al rientro

Grillo quest'oggi ha voluto sgomberare il campo da ogni equivoco chiarendo il suo sostegno alla Raggi in un post volto a smentire i retroscena pubblicati da Il Corriere della Sera. "Lei è serena e io non posso che esserle vicino (con tanto di grassetto per evidenziare il concetto ndr) - ha affermato il capo del Movimento - in un momento che umanamente capisco di essere molto difficile". Per un M5S in affanno a causa delle vicissitudini giudiziarie del sindaco di Roma, c’è un Matteo Renzi pronto al rientro.

L’ex presidente del Consiglio, dopo essersi allontanato dalle luci dei riflettori, ha iniziato la sua lunga e personale campagna elettorale. “Invito tutto il PD a rispettare la presunzione di innocenza e a non rincorrere le polemiche” ha affermato il segretario Dem a proposito del caos Capitale. “La Raggi - ha avvertito Renzi - faccia il suo lavoro al quale i cittadini di Roma l’hanno chiamata e mostri quel che vale, se ne è capace”. Un post che ha fatto da preludio al messaggio più lungo d’apertura per il suo nuovo blog pensato “per chi vuole camminare insieme verso il futuro”.