Inversione ad U con testa-coda finale. La figuraccia europea del Movimento 5 Stelle aggiunge la classica ciliegina sulla torta, il ritorno al gruppo parlamentare che era stato preventivamente abbandonato per aderire ad Alleanza dei Liberali e Democratici per l'Europa. I grillini tornano pertanto 'a braccetto' con gli indipendentisti britannici di Nigel Farage, li accomuna la forte spinta populista e non certamente la coerenza. Ma c'è ovviamente uno scotto da pagare.

Il M5S rinuncia alla co-presidenza

Il gruppo "Europa della Libertà e della Democrazia Diretta", composto dagli europarlamentari del M5S e di Ukip, resta dunque intatto ma Farage ha dettato le sue condizioni.

I Cinque Stelle rinunciano alla co-presidenza detenuta da David Borrelli insieme allo stesso Farage. "I matrimoni finiscono - ha detto Nigel Farage - ma si possono ristabilire se chi ha tradito paga", ed il riferimento è sicuramente a Borrelli ed a quei deputati che avevano spinto per l'adesione ad ALDE. Ma alla fine le condizioni di Ukip non sono nemmeno così severe, Farage mastica politica, a differenza dei suoi interlocutori italiani, ed è consapevole che la fuoriuscita dei grillini avrebbe messo in pericolo l'esistenza stessa del gruppo. EFDD è composto da 44 deputati e senza i 17 del M5S ne sarebbero rimasti 27, soltanto due in più del limite minimo di 25 consentito dall'Europarlamento per l'esistenza di un gruppo.

Il leader si arrampica sugli specchi

Sul suo blog, unico mezzo di comunicazione considerato attendibile dal popolo pentastellato, Beppe Grillo ha proseguito ad attaccare Guy Verhofstadt, capogruppo di ALDE che "da meschino ha ceduto alle pressioni e dovrebbe solo vergognarsi". Il 'guru' ha poi sottolineato che la seconda scelta dei militanti che hanno votato online l'adesione ad ALDE era quella di restare con Farage e che la decisione, a questo punto, rispecchia la volontà popolare.

Il famoso "popolo che decide" invocato da Beppe Grillo, quando in realtà all'interno del Movimento si pensa e si decide con una o, al massimo, due teste. Ma arrampicarsi sugli specchi è lo sport preferito dal popolo penstastellato e, pertanto, anche questa magra figura sarà attribuita a presunte colpe altrui. Quello che, puntualmente, accade a Roma con l'amministrazione Raggi.

La colpa, ovviamente, è tutta del sistema marcio e corrotto che ovviamente non ha identità precise come il lato oscuro della Forza in Guerre Stellari. O magari, la colpa è ancora di Matteo Renzi, forse c'era lui alle spalle di Guy Verhofstadt come una sorta di Dart Fener con l'accento toscano. Ecco, l'ironia è sempre la panacea di tutti i mali.