Era il 9 novembre del 1989 quando il Muro di Berlino, che demarcava la linea di confine tra l'est e l'ovest della Capitale tedesca, veniva abbattuto. Sono ormai passati 28 anni da quello storico momento che ha segnato una grande vittoria per il popolo tedesco: la liberazione dai confini fisici e mentali. La storia però è un processo circolare destinato a ripetersi. Sta infatti facendo molto discutere la proposta dell' attuale Presidente Americano Donald Trump, salito alla casa Bianca lo scorso 20 gennaio, di innalzare un muro per separare lo Stato Americano dal #messico.

Questo sua intenzione, già presente nel suo programma politico, traspare chiaramente dal discorso tenuto in un comizio in Arizona, avvenuto in seguito all'incontro con il presidente Messicano Enrique Pena Nieto. Di seguito le sue dichiarazioni:

" Noi costruiremo un grande muro lungo il confine meridionale, e il Messico pagherà per il muro, al 100%. Cominceremo a lavorare per realizzare un muro al confine meridionale che sia impenetrabile, alto, potente, bello [...] e useremo la migliore tecnologia. Torri, sorveglianza aerea e forza lavoro per rafforzare il muro, scoprire tunnel e tenere a distanza cartelli di criminali. Il Messico lavorerà con noi, ci credo davvero".

Le sue dichiarazioni hanno riscosso molte critiche, soprattutto per i termini utilizzati per definire i Messicani, etichettati come un popolo di stupratori e criminali.

Immediata è stata però la sua reazione: dopo essersi scusato per le affermazioni fatte, il neo-eletto Presidente è corso ai ripari sostenendo che il suo intento sarà quello di "espellere i criminali, che sono soltanto una parte della popolazione messicana". Queste sue affermazioni hanno in qualche modo contribuito ad alimentare lo stereotipo già fortemente radicato nelle menti americane che considerano il #Messico come una terra di nessuno in cui violenza e criminalità fanno da padrona e in cui persone, droghe e armi circolano liberamente al suo interno e verso gli #Stati Uniti.

L'interrogativo che oggi anima giornalisti, e non solo, è se questa sua proposta possa realmente essere presa sul serio, oppure se si tratti soltanto di una mossa mediatica per mettere in mostra la smania di potere tipica del magnate Americano che incarna perfettamente. Ad oggi forse non è ancora possibile dare una risposta definitiva a questo interrogativo.

Ad aggiungere maggior incertezza alla questione sarebbe, secondo le ultime indiscrezioni trapelate, il possibile finanziamento dell'opera da parte della Magal Security Systems Ltd., società di sicurezza israeliana occupatasi in passato della costruzione della barriera tra Israele e Egitto (ndr. Striscia di Gaza [VIDEO]). L'unica cosa di cui oggi si può esser certi è l'incertezza che ruota intorno a questa vicenda, compresa la non ben nota ragione del possibile coinvolgimento in questa vicenda di Israele, i cui rapporti con l'America sono da sempre poco chiari.

Realizzare il "Mexican Wall" significherebbe fare un significativo passo indietro nella storia, ripercorrendo i difficili anni della storia che con fatica il mondo ha superato.

gettando via anni di conquiste tra cui la libertà, diritto inviolabile per qualsiasi individuo. Per comprendere meglio come la situazione si evolverà è quindi necessario attendere le prossime mosse del Presidente Americano, sperando che riesca a rendere l'America davvero un grande paese, non violando però un diritto fondamentale per cui si è combattuto e si combatte ancora oggi: la libertà.