Secondo gli ultimi sondaggi diffusi ieri, 30 gennaio 2017, dagli Istituti di ricerca Ipr di Antonio Noto e Tecnè, presieduto da Carlo Buttaroni, alle prossime elezioni politiche si preannuncia un testa a testa, intorno alla quota del 30% dei consensi, tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Terzo incomodo l’ancora disperso centrodestra che, in caso di riunione tra Forza Italia, Lega e, magari, i partitini centristi come l’Ncd di Angelino Alfano, arriverebbe a sfiorare la fatidica ‘quota 30’. Unica variabile impazzita del sistema (a parte l’antisistema Movimento di Beppe Grillo) il nuovo partito di centrosinistra che dovrebbe risorgere, eventualmente, dalle ceneri della scissione Pd, paventata in questi giorni da big del partito come Michele Emiliano ma, soprattutto, come Massimo D’Alema.

L’ex leader diessino ha presentato proprio l’altro giorno il suo nuovo movimento ‘Consenso’, che potrebbe procurare non poche gatte da pelare al segretario Renzi, considerato il fatto che i sondaggi lo danno saldamente sopra al 10%.

Testa a testa Pd-M5S ‘rovinato’ da D’Alema

Dunque, secondo Ipr, la situazione tra Pd e M5S al momento sarebbe di perfetta parità: 30% e 191 seggi conquistati alla Camera. L’ago della bilancia di Tecnè pende, invece, dalla parte dei grillini che, con il 30,5% (e 194 seggi), sopravanzerebbero i Dem (fermi al 29% con 184 seggi) di ben un punto e mezzo percentuale. Per il resto, le previsioni di voto per gli altri partiti e partitini restano più o meno stabili da mesi.

La Lega di Matteo Salvini si attesta al 13% per entrambi gli Istituti. Forza Italia, invece, oscilla tra il 13% di Ipr e il 12% di Tecnè. Lo zoccolo duro di Fratelli d’Italia tiene al 5%. Sinistra Italiana sopravvive tra il 3 e il 3,5%, mentre i centristi di Alfano e Casini sono sempre lì, immortali, tra il 3 e il 4%.

Nessuna maggioranza possibile al momento, concordano Noto e Buttaroni, con nessuna delle combinazioni di alleanze possibili, persino quella, fantascientifica, tra Grillo e Salvini.

A rimescolare le carte, se pur in senso ancora più confusionario, sarebbe una eventuale lista degli ‘scissionisti di sinistra’ dal Pd renziano. Secondo Ipr i dalemiani balzerebbero subito all’11% rosicchiando voti sia a Renzi (22%) che al M5S (29,5%). Tecnè fissa il boom di D’Alema addirittura al 14%, vicino al 20% dei Dem, con i grillini in calo al 28%.