A pochi giorni dalla sentenza della Consulta circa la costituzionalità dell'Italicum, con numerosi partiti decisi a voler andare al più presto al voto, arriva una simulazione elettorale approntata dall'Istituto Demopolis di Pietro Vento per La7, mostrata nella trasmissione di approfondimento politico Otto e Mezzo. La simulazione tiene conto delle intenzioni di voto odierne degli italiani e della distribuzione dei seggi che garantirebbe l'Italicum uscito dalla sentenza della Consulta. Considerata un'affluenza del 66% alle elezioni politiche, secondo il sondaggio primo partito sarebbe il Pd con il 30% dei voti, seguito da M5S al 29%, Lega 13,2%, Forza Italia 11,8%, Fratelli d'Italia 4,7%, Sinistra Italiana 3,7%, Area Popolare 3,5%.

Stando così le cose, nessun partito presentandosi da solo riuscirebbe ad ottenere il 40% dei voti e dunque il premio di maggioranza.

Nessun partito in grado di ottenere 316 deputati

La sentenza sull'Italicum della Consulta prevede il premio di maggioranza solo alla Camera, mentre al Senato si voterebbe con il proporzionale puro e dunque senza premio. Con questo sistema, sempre secondo la simulazione Demopolis, il PD otterrebbe alla Camera 192 seggi, M5S 185, Lega 84, 76 FI, 30 FDI, SI 23, AP 22, più 6 seggi per le minoranze linguistiche. Chiaro che i partiti, con questo sistema, andrebbero alla ricerca di alleanze in grado di garantire una maggioranza in Parlamento. La simulazione dell'Istituto Demopolis, tuttavia, non ha individuato maggioranze credibili neanche in caso di alleanze.

Uno schieramento PD-SI-AP e minoranze linguistiche otterrebbe in tutto 243 seggi, ben lontana dai 316 seggi che fanno la maggioranza. Un'asse Lega-FI-FDI conquisterebbe 190 seggi, M5S avrebbe 185 deputati.

Grillo e Salvini uniti non bastano

Passando a coalizioni meno fattibili sulla carta, uno schieramento PD, Forza Italia, Alleanza Popolare e minoranze linguistiche conquisterebbe 296 seggi.

Un'improbabile asse M5S, Lega e FDI insieme arriverebbe a 299 seggi, quindi lontano dai 316 parlamentari necessari a alla maggioranza. Secondo questa simulazione, sembra dunque auspicabile una fase politica volta ad individuare dei correttivi maggioritari. In questo senso esiste anche l'indicazione del Presidente della Repubblica Mattarella, che poche settimane fa aveva sollevato l'esigenza di "armonizzare la legge elettorale tra i due rami del Parlamento".