Il risultato del sondaggio commissionato dal Corriere della Sera all’istituto Ipsos Italia è clamoroso. Nonostante l’asfissiante assedio mediatico e gli innegabili passi falsi compiuti soprattutto a Roma e nel parlamento europeo, il Movimento 5 Stelle supera il Partito Democratico e torna ad essere il primo movimento politico italiano. La vicenda del mancato passaggio al gruppo Alde, per tornare poi da Nigel Farage con la coda tra le gambe, evidentemente non ha pesato sul giudizio dei potenziali elettori. È questo il dato più interessante emerso dalla ricerca degli uomini di Nando Pagnoncelli, amministratore delegato di Ipsos.
Da segnalare anche la valutazione negativa sull’operato del governo Gentiloni data dalla maggior parte degli intervistati, i dubbi sul futuro politico di Matteo Renzi e la richiesta di andare a votare il prima possibile, subito dopo la sentenza della Consulta sull’Italicum. Ma vediamo tutti i dati nello specifico.
I numeri di Ipsos
Dunque, come già accennato, il M5S si riporta in testa nella classifica del gradimento degli italiani nei confronti delle formazioni politiche. I grillini ottengono un lusinghiero 30,9%, in ascesa dello 0,9% rispetto alla precedente rilevazione, staccando il Pd, in calo dal 30,3 al 30,1%, di quasi un punto percentuale. Segue a distanza la pattuglia degli altri partiti, capitanata dal quasi testa a testa tra la Lega di Matteo Salvini (12,5%) e Forza Italia di Silvio Berlusconi, agganciata ai lumbard con il 12,4%.
Più indietro i Fratelli d’Italia al 4,4%, Ncd-Udc con un inspiegabile 3,6% e Sinistra Italiana inchiodata al 3%. Una nota di colore è rappresentata dalla quasi dissolta Scelta Civica che, comunque, piace allo 0,4% degli italiani.
Passando alle altre domande poste da Pagnoncelli & co. alle 4998 persone intervistate durante il sondaggio, salta subito all’occhio il giudizio in maggioranza negativo (44% contro 33%, con il 22% di indecisi) sul “primo mese di lavoro del governo Gentiloni.
Colpisce, invece, quel 30% di intervistati che considera l’ex premier Renzi “un leader sconfitto senza prospettive”, ai quali si aggiunge un altro 38% che lo vede in difficoltà. Maggioranza bulgara, invece (anche se in leggero calo dal 73 al 69%), per l’immediato ritorno alle urne, subito dopo la sentenza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale o, al massimo, entro settembre.