Non si può certo dire che Donald Trump non stia facendo sul serio. Il nuovo Presidente U.S.A, insediatosi da una settimana, sta portando avanti uno dopo l'altro gli impegni più significativi assunti con i suoi elettori. Dopo aver dato il via libera al muro con il Messico, è giunto il turno della questione immigrazione. Come era già intuibile dalle posizioni espresse nei giorni scorsi, il problema, per l'inquilino della Casa Bianca, non è solo la frontiera con il Messico, ma l'immigrazione verso gli Stati Uniti, in particolare il flusso di migranti proveniente da realtà tradizionalmente islamiche.

Vietato l'ingresso a cittadini provenienti da 7 Paesi arabi

Per tre mesi i cittadini siriani, iracheni, iraniani, libici, somali, yemeniti e sudanesi non potranno mettere piede sul suolo americano. Il provvedimento, che è senza precedenti, conferma la linea dura di Trump verso il mondo islamico e rivela più di qualcosa su quale sarà la Politica estera "a stelle e strisce" nei prossimi anni. L'aver evocato l'11 settembre per giustificare la drastica misura assunta, dà il senso dell'attuale pensiero dell'amministrazione Trump, che proprio in questi giorni ha riabilitato la tortura come efficace strumento investigativo. Quali effetti avranno queste prese di posizione sui rapporti con il mondo di cultura islamica, lo diranno solo i prossimi mesi.

Certo è che, per ora, "the Donald" sembra inarrestabile sul piano del decisionismo.

Trump consolida l'asse con gli inglesi e apre alla Russia

La recente visita del primo ministro britannico Theresa May ha permesso a Trump di porre un altro mattone verso la costruzione della nuova immagine degli Stati Uniti nel mondo. La chiusura verso il Messico e l'irrigidimento dei rapporti politici e commerciali con la Cina dirottano le prospettive di scambio verso la Gran Bretagna, attualmente alle prese con gli effetti della Brexit.

Gli inglesi, dal canto loro, sono alla ricerca di un interlocutore che possa compensare le inevitabili ricadute dell'allentamento delle relazioni economico-commerciali intrattenute sino ad oggi con l'Europa.

La Casa Bianca, invece, è impegnata a cercare partner affidabili, per dare forza alla nuova politica estera intrapresa.

L'intesa, del resto, deve essere raggiunta su molti punti: Nato ed economia e, soprattutto, i rapporti con la Russia di Putin. Su quest'ultima tematica, Trump - dietro mal celata prudenza - rivela l'intenzione di riallacciare con Mosca relazioni quanto meno raffreddatesi durante il mandato di Obama.

E se nei confronti del Messico gli U.S.A. sono pronti a introdurre dazi commerciali, con la Russia di Putin, invece, c'è piena disponibilità a rivedere le sanzioni imposte finora. Gli occhi del mondo sono tutti puntati sulle decisioni di Trump: è facile immaginare che vi rimarranno ancora per molto, in attesa di capire le prossime mosse e le conseguenze per gli equilibri internazionali.