Contro Virginia Raggi arrivano nuove bordate, ma questa volta si tratta di “fuoco amico” da parte di chi ha vissuto dall’interno della giunta i problemi di Roma, ma poi è stato costretto ad abbandonare il proprio incarico. Si tratta di Paola Muraro, la contestata ex assessora all’Ambiente, che ha lasciato dopo aver ricevuto un avviso di garanzia per reati ambientali legati al suo precedente incarico di consulente di Ama, l’azienda che si occupa della gestione dei rifiuti nella Capitale. Intervistata dalla Stampa, inizia lodando la Raggi, che non è affatto “ fragile, inadeguata e senza personalità, come i dissennati comunicatori del M5S la fanno apparire”.

Per testimoniare il carattere della prima cittadina, la Muraro racconta di telefonate con i vertici del movimento in cui la Raggi chiudeva la conversazione ribadendo: “La sindaca sono io”. Questo elogio, però, si conclude con l'invito a slegarsi da chi, a partire dallo scorso dicembre, l’avrebbe commissariata, perché “i romani hanno votato la Raggi e non Casaleggio”.

Le accuse della Muraro

Ma la Muraro ce l’ha soprattutto con coloro che hanno remato contro di lei fin dal principio: “Pseudoambientalisti che gravitano attorno al M5S e aspirano a laute consulenze”. Ma non basta: “Se non li foraggi, ti scatenano contro la Rete – rivela nell’intervista – ho chiuso il rubinetto, era un fiume di soldi, e ho pagato questa scelta sulla mia pelle”.

Ma l’affondo deve ancora arrivare: “C’è un gruppo trasversale di affaristi che opera dentro e fuori il movimento. L’ho capito dall’interno. Un’esperienza che mi ha aperto gli occhi. Per questo dico agli attivisti di svegliarsi, prima che sia troppo tardi”. In particolare l’ex assessore parla di un progetto di partnership con Acea, nei cassetti da anni, che prevede nuovi impianti nei terreni dell’azienda che si occupa di energia a Roma, un business redditizio al quale si è sempre opposta, a differenza dei suoi successori.

L’addio di Berdini e la risposta di Di Maio

Le parole della Muraro si aggiungono a quelle con cui Paolo Berdini ha lasciato la poltrona di assessore all’Urbanistica: “Mentre le periferie sprofondano in un degrado senza fine e aumenta l’emergenza abitativa – ha scritto nella sua lettera di dimissioni irrevocabili – l’unica preoccupazione sembra essere lo stadio della Roma”.

Una dura critica alle scelte dell’amministrazione, che fa seguito a quelle rilasciate ai giornali nei giorni scorsi e che avevano segnato il destino del suo posto in giunta. A questa nuova bufera ha risposto Luigi Di Maio, da giorni al centro delle polemiche con la stampa per i suoi interessamenti alle vicende romane: “È una cosa già accaduta nella storia del M5S: finché si sta dentro, sono tutti pronti a portare avanti la battaglia – ha dichiarato il vicepresidente della Camera – quando si va via si dovrebbe avere il coraggio di elencare le cose buone fatte e non diffamare soltanto”. Inoltre Di Maio ha specificato che, anche dopo le dimissioni di Berdini, tutti i dossier sull’urbanistica di Roma vanno avanti, compreso quello sullo stadio per il quale “il progetto è cambiato, con l’obiettivo di una maggiore sostenibilità”. Chiude il discorso Virginia Raggi: ”Stiamo cercando un assessore che parli di meno e lavori di più”.