Giornata decisiva per le sorti del Partito Democratico questa domenica 19 febbraio: all'hotel Parco dei Principi a Roma si svolge infatti un'Assemblea Nazionale particolarmente delicata che potrebbe seriamente portare a una scissione del Pd.

Nei lunghi minuti prima dell'inizio dell'assemblea (convocata alle ore 10 ma iniziata materialmente oltre un'ora dopo) al bar e nei corridoi dell'hotel si sono susseguito capannelli fra esponenti politici di un'area e dell'altra del PD. In particolare alcune fonti, vicine ad un importante europarlamentare del PD ma anche a un noto ex Sindaco, ci riferiscono una possibile frattura all'interno di quella minoranza che proprio ieri aveva riunito mille persone al Teatro Vittoria di Roma.

Scissione PD? Ecco chi potrebbe lasciare e chi invece restare

In particolare al momento in cui scriviamo (ore 11) una delle ipotesi in campo è la seguente: pare davvero a un passo la scissione da parte di Roberto Speranza, Pierluigi Bersani e dei pezzi di partito a loro vicini, in questo solco si colloca anche Massimo D'Alema, uno dei primi ad aver ormai da tempo paventato un addio al PD. Decisamente più lontano dalla scissione appare invece Michele Emiliano, il governatore pugliese che già ieri al Teatro Vittoria era stato il meno "duro" fra i tre nel paventare un'uscita dal Partito. In particolare Emiliano vorrebbe la garanzia che le Primarie si possano tenere dopo 'l'estate, si parla di ottobre, in modo che la leadership del PD possa essere maggiormente contendibile.

In una posizione intermedia appare invece Enrico Rossi, il governatore della Toscana pure nelle scorse ore ha espresso critiche molto dure a Renzi ed ha esplicitamente detto di essere pronto a "cominciare una nuova storia", anche se c'è un dettaglio da certo non trascurare. La maggioranza che sostiene Rossi nel Consiglio regionale della Toscana, su 22 consiglieri, è infatti composta da ben venti "renziani" e da solo due esponenti della sinistra interna.

Un'eventuale uscita di Rossi dal PD in questo contesto potrebbe insomma mettere in difficoltà la tenuta della sua maggioranza.

Questa appena descritta è un'ipotesi, da valutare ovviamente in un contesto molto in evoluzione. In particolare nell'ottica dei tentativi di mediazione che sta cercando di mettere in atto in ogni modo Matteo Orfini, presidente del PD e possibile reggente nei prossimi mesi al momento delle dimissioni di Matteo Renzi. Insomma, se son rose fioriranno...