Continuano le gaffe, reali o presunte, per i membri del governo gentiloni. Dopo l’ ennesima frase fuori luogo del ministro poletti (“Più facile trovare lavoro giocando a calcetto che inviando Curriculum vitae”), pronunciate ieri davanti un’assemblea studentesca di Bologna, e a cui il ministro ha replicato immediatamente bollandole come “frasi strumentalizzate”; questa volta è la tesi di dottorato della Ministra della pubblica amministrazione Marianna Madia a far discutere.

Un copia e incolla?

Secondo diverse inchieste giornalistiche, nella tesi di dottorato discussa nel 2008 all’Istituto Alti studi di Lucca, sono vari i passaggi poco chiari dell’opera della Ministra.

Per 'Il Fatto quotidiano' sono ben 35 su 94 di testo (escluse bibliografia e tabelle), le pagine che presentano frasi copiati da altri testi senza virgolettato e senza gli opportuni riferimenti bibliografici. Tramite un software, rincarano la dose da Libero, si scopre addirittura che nei sottocapitoli si trovano il 40%, il 56% e il 79% di contenuti copiati da altri autori. In altre parti del testo si trovano periodi dove i termini sono semplicemente sostituiti da sinonimi e collage di articoli in cui ancora una volta gli autori non sono menzionati. Queste tecniche vengono denominate “shake and paste” e “pawn sacrifice”. In Germania addirittura costarono il posto al ministro della difesa Guttemberg.

In Italia, per accuse del genere si rischierebbe in teoria fino a 3 anni di carcere. A prescindere da questo, se l’inchiesta giornalistica fosse confermata, sarebbe sicuramente una grande ed ennesima fonte di imbarazzo sia per la ministra che per tutto il governo.

Lunga serie di figuracce

Dall’entrata in carica del governo presieduto da Paolo Gentiloni Silveri, il 12 dicembre 2016, sono stati numerosi gli episodi fonte di disagio per l’esecutivo.

La prima è la stata la questione della Laurea della ministra Fedeli, presente nel curriculum vitae pubblicato nel suo sito personale, ma mai conseguita, cui si è aggiunta anche la questione del diploma (sembra infatti che non sia sta mai concluso il ciclo quinquennale e la ministra si sia fermata alla qualifica professionale triennale).

A questo episodio è seguito quello del ministro Poletti, con una infelice frase sui cervelli in fuga. Il ministro del Lavoro in realtà non è nuovo ad esclamazioni ad effetto, e già ai tempi del governo Renzi infatti era finito nell’occhio del ciclone per frasi poco eleganti riferite a laureati fuori corso. Tralasciando la questione dell’ inglese non proprio fluido del ministro degli esteri Alfano, anche la Ministra della difesa Roberta Pinotti è scivolata nella cosiddetta “buccia di banana”, pubblicando foto dei militari all’opera risalenti al 2014 e commentandole come se fossero riferite all’ultima emergenza maltempo dell’ inverno scorso. Ultimo ministro in ordine di tempo, fino a poche ore fa, a passare sotto la lente dell’ opinione pubblica è stato il ministro dello sport Luca Lotti per il suo coinvolgimento nello spinoso caso Consip.