Era il marzo di un anno fa quando, nel pieno della campagna referendaria sulle trivelle in mare, scoppiò lo scandalo “Tempa Rossa”. Tutti i media informavano sull’inchiesta relativa all’impianto in Basilicata, che avrebbe portato alle dimissioni dell’allora ministro allo Sviluppo economico Federica Guidi, per la quale in seguito è stata richiesta l’archiviazione. Proprio in quei giorni sul blog di Beppe Grillo, prendendo spunto dalla vicenda, compariva un duro attacco, non firmato, al governo e al Partito Democratico: "Tutti collusi. Tutti complici.
Con le mani sporche di petrolio e denaro". Una grave accusa che non poteva lasciare indifferente il Pd, che ha intentato un’azione legale a tutela della propria immagine.
La difesa di Grillo
Causa che ha avuto un risvolto inatteso: gli avvocati del fondatore del Movimento 5 Stelle hanno presentato una memoria difensiva a tutela del proprio assistito della quale il tesoriere del Pd, Francesco Bonifazi, ha reso noti alcuni passaggi che lo hanno sorpreso. Beppe Grillo, secondo i suoi legali “non è il responsabile, né il gestore, né moderatore, né direttore, né provider, né titolare del dominio, del blog, né degli account Twitter, né dei tweet”. Inoltre Grillo “non ha alcun potere di direzione né di controllo sul blog, né sugli account Twitter, né sui tweet e tanto meno su ciò che ivi viene postato".
Giustificazioni che hanno indignato l’esponente del Pd che ha invitato il fondatore del M5S ad aver rispetto dei milioni di persone a cui si rivolge dal suo sito e ad assumersi la responsabilità di fronte alla legge di ciò che ha scritto in quell’occasione.
Un blog “a sua insaputa”?
E così, proprio mentre a Genova le “comunarie” del movimento sono state vinte da Marika Cassimatis, una candidata più vicina alle posizioni dei dissidenti liguri che ai vertici del M5S, è scoppiato un nuovo caso che coinvolge la struttura di comunicazione della forza politica.
Naturalmente molti esponenti del Pd hanno ripreso la notizia della memoria difensiva, accusando Grillo di possedere “un blog a sua insaputa, come dice Debora Serracchiani in un tweet.
Il @pdnetwork querela Grillo e lui per difendersi che fa? Dice che non c'entra nulla con beppegrillo.it. Ha un blog a sua insaputa? pic.twitter.com/zQMsa2mcJq
— Debora Serracchiani (@serracchiani) 14 marzo 2017
Ma a chi fa riferimento il blog? Il dominio è stato registrato nel 2001 da Emanuele Bottaro, che ne risulta ancora il legittimo detentore, una figura riconducibile alla Casaleggio Associati.