Co ha pensato la sentenza del Tar Campania a bocciare l'ipotesi, paventata da alcuni, di un ritorno a palazzo De Fusco di Nando Uliano, sfiduciato ad agosto scorso. Il documento, sottoscritto da dieci consiglieri comunali su un totale di sedici, ha determinato la fine anticipata del suo mandato e l'arrivo in città prima del commissario prefettizio Donato Cafagna e poi della dottoressa Maria Luisa D'Alessandro.
Uliano ha adito le vie legali presentando ricorso al Tar manifestando, fin da subito, l'intenzione di voler scendere nuovamente in campo in vista delle prossime amministrative.
Una posizione che resterà immutata nonostante la sentenza? Molti se lo chiedono. Intanto gli schieramenti politici iniziano a prendere corpo in vista della sfida elettorale. Le alleanze sono confuse; tanto caos e poche certezze. Se il fronte politico-amministrativo è in continuo divenire, quello della cronaca giudiziaria risulta essere particolarmente caldo.
Ha suscitato clamore in città la notizia dell'arresto dell'avvocato Claudio D'Alessio, predecessore di Uliano nella medesima carica, nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla Dda di Napoli. In Campania, le mani della camorra su alcuni appalti pubblici. Gare truccate e circa diciotto bandi sospetti finiti sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti.
Un "sistema" forte dell'appoggio di un gruppo di colletti bianchi, per favorire alcuni imprenditori ritenuti vicini al clan dei Casalesi, con riferimento a quello dei Zagaria.
I militari del Nucleo Tributario della Guardia di Finanza di Napoli, agli ordini del colonnello Giovanni Salerno, hanno esguito, il 15 marzo 2017, sessantanove ordinanze cautelari.
Tra i nomi spiccano quelli dell'ex sindaco di pompei, Claudio D'Alessio e del dirigente dell'ufficio tecnico comunale della stessa città, Andrea Nunziata. L' inchiesta è di quelle che fanno tremare le vene e i polsi e a Pompei se ne fa un gran parlare. È tutto o ci saranno altri terremoti giudiziari? Questa è una delle domande più ricorrenti.