In un clima teso, visto le recenti vicende giudiziarie e politiche sia interne sia esterne al paese, si sono da poco concluse in corea del sud le operazioni di voto per l’elezione del presidente della Repubblica che succederà a Park Geun-hye, attualmente agli arresti.

Lo scandalo della Nuova Rapsutin

Le vicende che hanno riguardato la presidente Park alla fine del 2016 sono note. Le accuse di corruzione che la riguardano hanno coinvolto alcuni dirigenti di colossi sudcoreani come la Samsung. A ciò va aggiunto il ruolo avuto nella vicenda dall’ambigua mistica e consigliera personale della Park, Choi Soon-sil denominata in patria la Nuova Rasputin e anch'essa agli arresti dopo aver persino tentato la fuga in Europa.

Le gravi accuse mosse a Park hanno giustificato la procedura di impeachment che ha decretato il suo decadimento dalla carica di presidente. Un caso assolutamente raro per le leggi sudcoreane. La Park era al potere dal 2013.

I primi exit pool

Le urne in Corea del Sud si sono chiuse alle ore 13 italiane di oggi, mercoledì 9 maggio. La campagna elettorale è stata dominata oltre che dal clima lasciato dalla vicenda Park anche dalla situazione non serena nella vicina Corea del Nord.

In un paese tendenzialmente conservatore, i favori del pronostico alla vigilia erano per il candidato democratico, il progressista Moon Jae-in del Partito Minju, sconfitto dalla Park nella precedente consultazione anche grazie, come si è successivamente scoperto, a ingerenze nel voto.

I prmi exit Pool hanno confermato le tendenze della vigilia e Moon dovrebbe attestarsi intorno al 42%, distanziando nettamente il centrista Ahn Cheol-soo del Partito Gungminui e il conservatore Hong Joon-pyo (Partito Saenuri, lo stesso della Park), entrambi attorno al 18%.

A completare il quadro rimangono Yoo Seung-min del partito di destra Baerun e Sim Sang-jung, l’unica donna candidata e in forza al Jeongui, il partito della giustizia.l

La politica di Moon

Moon ha idee ben precise, spesso invise ai suoi avversari.

Ha infatti recentemente dichiarato che Seul dovrebbe imparare a dire no agli Stati Uniti, si è detto contrario al dispiegamento delle testate missilistiche USA in Corea del Sud e vuole aprire un dialogo con i fratelli del Nord, creando un tavolo a cui invitare i rappresentanti di Kim Jong-un per discutere del nucleare. Soprattutto però, Moon si è presentato come il nemico delle oligarchie, promettedo di riprendere il potere ora in mano a poche grandi famiglie.

I rappresentanti delle forze politiche avverse lo accusano di poca fermezza nei confronti della Corea del Nord, ma stando ai primi sondaggi a urne chiuse, il popolo avrebbe scelto il cambio di direzione di Moon.