Un drone, due bombardieri strategici: sono questi gli strumenti utilizzati nell'ultima tappa dell'escalation di tensione, un vero e proprio "braccio di ferro" psicologico-militare, fra Washington e Pyongyang. La quale ha accusato gli Stati Uniti di agire sconsideratamente, cercando in ogni modo di provocare un conflitto atomico.

Ricognizioni pericolose

Un passo indietro. Poche ore fa, un drone Global Hawk prima e due bombardieri Usa dopo hanno effettuato una ricognizione nei cieli della capitale nordcoreana, monitorandone le attività missilistiche.

Il drone, nello specifico, era giunto dall'isola di Guam nella base giapponese di Yokota ieri sera. Il governo statunitense ha precisato che ne arriveranno presto altri tre di questi droni, insieme a 110 soldati, i quali avranno il compito di effettuare eventuali manutenzioni ai velivoli, e che questi ultimi siano stati utilizzati precedentemente nella base aerea di Aomori, nel nord del Giappone, essendo poi stati trasferiti a Yokota dove si trova il centro di comando delle forze armate statunitensi giapponese.

La rabbia di Pyongyang

A suscitare le reazioni irate di Pyongyang, tuttavia, non è stato il volo di ricognizione nei suoi cieli del drone, quanto piuttosto l'esercitazione americana compiuta mediante i bombardieri strategici B-1B.

Così infatti, ha riportato Ansa.it, ha affermato l'agenzia di stampa del regime, Kcna - Korean central news agency: gli “imperialisti americani” hanno agito “in modo sconsiderato verso una guerra nucleare nella penisola coreana”. Kcna ha poi aggiunto, come ha scritto ancora Ansa.it, che “l'esercito nordcoreano sta osservando attentamente i movimenti militari degli imperialisti americani, ed è pronto a reagire in ogni modo”.

L'agenzia di stampa ha infine concluso, come ha riportato LaStampa.it, che “Trump e altri guerrafondai stanno strillando per fare un attacco nucleare preventivo” sulla Corea del Nord ad ogni costo.

L'appello della Cina

Sembra vano, nel contesto degli accadimenti delle ultime settimane, l'invito alla moderazione, alla diplomazia, rivolto agli Stati Uniti e alla Corea del Nord dalla Cina, la quale, per bocca del suo ministro degli Esteri Geng Shuang, ha, come ha scritto Ansa.it, non solo chiesto la sospensione della costruzione in Corea del Sud del sistema antimissilistico Thaad, affermando “Ci opponiamo al dispiegamento del sistema Thaad e sollecitiamo le parti interessare a fermare l'implementazione”, ma ha anche sottolineato come i contatti tra Pyongyang e Washington debbano riprendere “il più presto possibile”, per evitare un ulteriore peggioramento della situazione. Esteri