Trovato l’accordo tra Pd, Forza Italia e M5S sul modello tedesco di legge elettorale (anche se il voto in parlamento ancora non c’è stato), le forze politiche pensano già alla squadra di ministri, sottosegretari e tecnici che andranno ad occupare le poltrone di Palazzo Chigi in caso di vittoria. E il M5S, accusato ripetutamente di incapacità governativa e decisionale, non si sottrae certo a questo gioco. Al momento, il nome del candidato in pectore alla presidenza del Consiglio resta sempre Luigi Di Maio. Per il resto, come riporta il Fatto Quotidiano, l’intenzione del Movimento sarebbe quella di affidare i posti da ministro nell’Esecutivo Di Maio quasi esclusivamente a ‘politici’ eletti e a nomi già noti.

Ai cosiddetti ‘tecnici’ verrebbero affidati ruoli mediaticamente di secondo piano, anche se considerati ‘chiave’, come quelli di sottosegretario, capo di gabinetto e dirigente. Ma vediamo quali saranno le probabili scelte del M5S.

Economia: si punta ancora su Minenna, ma non come ministro

A via XX settembre, sede romana del Ministero dell’Economia, i 5Stelle puntano ad inserire un tecnico. Il nome ancora sulla bocca di tutti è quello di Marcello Minenna, l’economista dirigente della Consob chiamato da Virginia Raggi a far parte della giunta di Roma nel ruolo di assessore al Bilancio e alle Partecipate. Tutti sanno come è andata a finire: dopo pochi mesi Minenna se ne andò sbattendo la porta a causa dell’incompatibilità con Raffaele Marra, il consigliere del sindaco poi finito agli arresti.

Ma la sua parola è ancora molto ascoltata tra i grillini e, se non dovesse finire al Mef, si parla per lui della presidenza proprio della Consob.

Altro ‘guru economico’ dell’universo grillino è Elio Lannutti, ex senatore dipietrista e attuale presidente dell’Adusbef, ritenuto amico e fidato consigliere di Beppe Grillo. Altro nome caldo è quello di Mariana Mazzucato, economista all’University College di Londra.

Anche Leonardo Becchetti, professore di Economia Politica all’Università di Tor Vergata, aspira alla poltrona di ministro. Per ricoprire i posti di sottosegretari, invece, si punta su parlamentari come Barbara Lezzi, Giorgio Sorial e Laura Castelli.

Giustizia: ipotesi D’Avigo

La simpatia dei grillini per (alcuni) magistrati non è un mistero.

Proprio oggi, sono intervenuti ad un convegno alla Camera, dal titolo ‘Questione e visioni di giustizia-Prospettive di riforma’ (guarda il video qui sopra), i magistrati Piercamillo D’Avigo (presidente Anm), Raffaele Cantone (Anac), Ugo De Siervo e Antonino Di Matteo (pm nel processo sulla trattativa Stato-mafia). Anche se in molti starebbero spingendo per la sua discesa in campo in politica, D’Avigo, uno dei protagonisti di Mani Pulite, sarebbe orientato a rifiutare incarichi di governo. Così come Di Matteo il quale, nonostante il terzo posto ottenuto alle Quirinarie M5S, sembra restio a trasferirsi al ministero di via Arenula. Stesso discorso valido per Sebastiano Ardita, procuratore aggiunto di Messina.

E allora resta sempre valida l’ipotesi di nominare ministro della Giustizia un ‘politico’ come Alfonso Bonafede.

Lavoro: si pensa a Tito Boeri

La casella di ministro del Lavoro i pentastellati, si vocifera, vorrebbero affidarla a Tito Boeri, il presidente dell’Inps molto apprezzato per il suo impegno contro pensioni d’oro e vitalizi. In caso di probabile indisponibilità di Boeri, il nome forte resta sempre quello di Domenico De Masi. Ma anche il sociologo non sembra avere interesse ad entrare direttamente in un esecutivo targato M5S. Altri nomi nel pallottoliere sono quelli del ‘tecnico’ Pasquale Tridico, docente a Roma Tre, ma anche quelli dei ‘politici’ Roberta Lombardi e Nunzia Catalfo.